Un calcio italiano già depresso per la mancata qualificazione al mondiale in Qatar potrebbe ricevere un colpo letale dalla crisi energetica. L’allarme lo ha lanciato il presidente federale G a b r iel e G rav i n a , spiegando che le conseguenze del conflitto in Ucraina (e dell’incerta efficacia delle sanzioni alla Russia, come testimoniato dai dati sul Pil di Mosca), culminate con l’impennata del costo di gas ed elettricità, non stanno mancando di farsi sentire anche nel settore sportivo e in particolare in quello calcistico, da sempre prediletto nella pratica degli italiani. Gravina ha sciorinato una serie di cifre allarmanti, che riguardano ovviamente la pratica di base, messa a rischio dal caro-bollette così come lo era stata nel corso della pandemia dal blocco delle attività. Gravina ha sottolineato che ci sono «15.000 società dilettantistiche» che non possono tenere aperti campi e spogliatoi con le bollette triplicate, e che non possono chiedere sacrifici economici a famiglie che già soffrono per pagare le bollette di casa propria. «Qui si sta scherzando con il fuoco», ha affermato, «e anche questo rischia di diventare un dramma sociale. Il sistema non regge, i costi sono triplicati e queste realtà non hanno altre fonti di ricavi da cui attingere per tamponare la situazione. È peggio della pandemia, perché allora con i protocolli siamo ripartiti, stavolta questo tsunami ci trova già a terra e non abbiamo contromisure, ci mancano i soldi. Così il calcio», ha concluso, «non si rialza pi ù » . Per fare un esempio concreto, G ravi na ha citato il centro federale di Coverciano, storica sede dei ritiri della Nazionale, dove «a maggio è arrivata una bolletta elettrica di 26.000 euro, a giugno di 45.000, a luglio di 79.000 e deve ancora arrivare il gas. Con quello che rischiamo di rimetterci ogni mese», ha proseguito, «non ci conviene restare aperti. Cosa faccio, chiudo e mando a casa le persone che ci lavorano? Certamente sono preoccupato, non solo per il calcio ma per tutto il mondo dello sport. Temo che, siccome si parla di imprese, resti fuori l’associazionismo, la spina dorsale dello sport. Sarebbe un colpo m o rta l e » . In concreto, la richiesta che il numero uno della Figc avanza al governo è «pari dignità con tutti gli altri settori»: «Sappiamo che sarà riconosciuta alle imprese come credito d’imposta una percentuale delle spese energetiche dei prossimi tre mesi. Ci saremo anche noi nella lista, mi auguro».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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