STUPIDA RAZZA

giovedì 15 settembre 2022

Tracciati e stangati: persecuzione di Sala agli automobilisti milanesi

 

Dal primo di ottobre aumenteranno i divieti per chi vuole entrare, su due o quattro ruote, a Milano. Il Comune ha deciso di mettere al bando molte più categorie di auto, ritenute inquinanti. Oppure, attraverso un complicato e costoso meccanismo di attivazione, si potranno avere dei km da percorrere. A patto che si installi sulla propria auto una scatola nera. Che traccerà ogni movimento.Dal primo ottobre cambieranno le regole per chi vuole entrare con l’automobile a Milano. Non nel centro, dove c’è l’area C (dove comunque si rafforzano i divieti), ma in tutto il territorio comunale, che corrisponde a quella che viene definita Area B. Il nuovo divieto di accesso sarà infatti esteso a nuove categorie di veicoli, intese come classe di emissioni. Da quel giorno, all’i nte r n o della zona, sarà vietata la circolazione dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, a tutti quei mezzi che non siano Euro 5 e 6 a benzina, Euro 6 diesel, Gpl, metano, bifuel, ibridi ed elettrici. Mentre per i ciclomotori e moto, potranno accedere alla città quelli con motore a due tempi di classe Euro 5 a benzina e i quattro tempi Euro 4 e Euro 5, oltre a eventuali mezzi elettrici e ibridi. Ovviamente ci sono una lunga serie di deroghe nelle quali rientrare è complicato, tra le quali la possibilità di attivare il servizio Move-In, che permette di essere controllati 24 ore su 24 e che dovrebbe consentire maggiore libertà. Non è proprio così, e ci si sente presi un po’per i fondelli aderendo al programma che Regione Lombardia e Comune di Milano hanno messo in piedi. La Regione pubblicizza questo metodo per non limitare la circolazione dei veicoli più inquinanti in fasce orarie stabilite, bensì secondo quanto l’auto viene effettivamente usata. In alcuni casi, specialmente per i mezzi commerciali, funziona bene, nel senso che per talune categorie di emissioni la deroga prevede la possibilità di fare comunque migliaia di chilometri. Peggio fa, invece, il Comune di Milano per l’Area B, dove Move-In si può usare ma sul quale palazzo Marino mantiene una posizione inflessibile per quanto riguarda le limitazioni anche ai diesel Euro5B, ovvero automobili che in molti casi non hanno ancora raggiunto i dieci anni di vita e le cui emissioni sono molto simili agli Euro 6. Chi ha una Euro 5, con Move-In ha un bonus di soli 2.000 km l’anno, mentre le auto più vecchie (Euro 0 e 1) possono farne soltanto poche centinaia. Non solo: il dispositivo che permette il controllo, installato sul veicolo, registra il monte chilometri a prescindere se in quel momento è in vigore la restrizione oppure no, quindi, chi usa l’auto prevalentemente nel fine settimana, anche percorrendo molti chilometri, e non aderisce a Move-In, non ha limiti, mentre chi pensa di poter contribuire alla politica green facendosi «tracciare», finisce per essere ulteriormente penalizzato. I suoi chilometri autorizzati non si sommano a quelli consentiti e anche in caso di uscita dopo le 19.30 o prima delle 7.30, l’ap p l ic a z io n e registrerà le percorrenze. Così il monte ore si esaurisce in f retta . Move-In, per i milanesi, avrebbe senso se, oltre alle fasce orarie consentite, fosse autorizzato un monte chilometri libero, compensato dal fatto di essere comunque limitato. E anche recedendo dall’iscrizione al programma, restano in memoria i km fatti e se si viene pizzicati scatta la multa. La facilitazione per i residenti dell’Area B che non siano portatori di handicap o categorie comunque protette, compresi 25 accessi gratis sotto ai varchi per i residenti - troppa grazia - oggi si limita a estendere la possibilità di circolare dimostrando di aver ordinato o prenotato a nolo un nuovo veicolo più ecologico, inviando copia del contratto. Come dire: se non puoi cambiare l’auto, la puoi noleggiare. Un controsenso in tempi in cui si fatica a pagare le bollette e viene chiesto di spegnere gli elettrodomestici, ma al tempo stesso di comprare auto elettriche e ibride. L’automobili - sta milanese che volesse svincolarsi dai divieti temporali aderisce al Move-In della Regione specificando di voler entrare anche in Area B, accettando di installare, con un costo di 30 euro + 20 di abbonamento annuale, un dispositivo di tracciamento dei suoi spostamenti, che in realtà registra anche dove si va, a quale velocità e le abitudini del guid ato re. Tutti dati che, ovviamente, saranno poi ceduti dalle società che li offriranno a enti come banche, assicurazioni, seppur anche in modo anonimo, come scritto sul contratto. Appare, così, quasi ironico che, attraverso i portali web, venga dichiarato che gli automobilisti con abitudini virtuose (supponiamo che viaggino nei limiti di velocità), saranno premiati con ulteriori chilom etr i . La procedura per aderire al programma prevede la registrazione al portale regionale, quindi a quello comunale, poi di scegliere l’operatore del servizio satellitare e di pagare online. Infine, bisogna recarsi presso una delle officine indicate per installare il dispositivo. Se non siete abbastanza «digital» avrete bisogno di un aiuto, poiché tra utenze, password e app per telefonino c’è da trascorrere online qualche ora. Ma, arrivati al fatidico momento dell’in s tal l az io ne, ecco in agguato un’altra fregatura: il dispositivo viene montato direttamente sulla batteria dell’auto, quindi è sempre acceso, anche quando la vettura è spenta. E, nel caso che la batteria si scarichi, dopo averla sostituita sarà necessario far ri-certificare l’installazio - ne della scatoletta nera. Sui dispositivi c’è un sensore che avverte se questa è stata staccata dalla sua sede o in qualche modo danneggiata o manomessa. Passi l’utilità in caso di furto, ma soltanto se il ladro è un po’fesso. Quello del Move-In cittadino, oltre a essere un sistema ipocrita, poiché se accetti di farti tracciare e paghi non importa se inquini, appare anche un metodo invadente e al limite della legalità, anche in considerazione del fatto che, non permettendo la circolazione degli automobilisti, si chiede comunque loro la revisione biennale (che prevede il controllo emissioni) e la tassa di circolazione per l’anno intero, così come l’a s s ic u ra z io n e. La vera rivoluzione sarebbe aiutare la gente a superare il momento attuale evitando di perseguitarli, facilitando il rinnovamento del parco circolante in funzione di dove si risiede e non del ridicolo valore del reddito certificato lsee di 15-20.000 euro sotto al quale sono previsti pochi milioni di aiuti (3), comunque non sufficienti e fino a esaurimento, come a Milano. Di fatto anche rientrando nelle categorie reddituali, su un prezzo massimo ammesso dell’auto di 45.000 euro, l’importo del contributo con emissioni di Co2 da zero a 20 g/km (auto elettrica), il Comune elargirebbe fino a 9.600 euro per i redditi superiori a 20.000 euro, che arriva fino a 12.480 euro per coloro che sono sotto i 12.000 euro. Per le auto con emissioni da ibride e plug in, il contributo oscilla tra i 6.240 euro e i 4.800, mentre per quelle fino a 135 emissioni di C02 (Ibride), tra i 4.680 e i 3.600. Facendo due conti, da 250 a 833 automobilisti in tutto. Se questo non è prendere in giro la gente…

Nessun commento:

Posta un commento