STUPIDA RAZZA

lunedì 26 settembre 2022

«Priorità a rigassificatori e rinnovabili»

 

Affrontare l’emergenza e delineare la strategia energetica del futuro, con l’Italia che potrebbe diventare un hub in Europa e nel Mediterraneo. Nell’immediato occorre superare i prossimi mesi, con la bolletta per le imprese che passerà dagli 8 miliardi di euro del 2019 ai 57 miliardi di quest’anno e 72 nel 2023. «Il gas in autunno ci sarà, ma dal 2023 abbiamo assolutamente bisogno dei rigassificatori»: così ha esordito l’ad di Eni, Claudio Descalzi, parlando a  convegno dei Cavalieri del lavoro, che si è tenuto ieri a Roma, dedicato alla transizione energetica. «Nell’inverno 2022-2023 riusciremo a sostituire più del 50% del gas russo - ha spiegato Descalzi - nel 2023-2024 riusciremo a sostituire l’80%, nel 2024-2025 andremo in surplus. L’Italia ha molte alternative, ma i rigassificatori sono necessari», ha spiegato Descalzi, guardando anche avanti: «non abbiamo parlato dell’argomento per 30 anni nel paese, non dobbiamo fare piccoli calcoli, l’energia deve essere in sovrabbondanza». Seduto accanto l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, ha annunciato per il 28 ottobre l’autorizzazione per costruire gli 8 chilometri di gasdotto necessari per il rigassificatore di Piombino. «Non c’è un altro posto, Piombino ha le caratteristiche adatte», ha detto Venier, confermando che gli stoccaggi sono al 90 per cento. Le rinnovabili possono e devono giocare un ruolo da protagonista: per l’ad di Terna, Stefano Donnarumma, sono la vera alternativa al gas russo. A fine agosto, ha spiegato, le richieste di connessione alla rete di Terna sono state pari a 280GW, circa 4 volte gli obiettivi che l’Italia si è data per il 2030. Realizzare i 70GW fissati dalla Ue nel piano Fit for 55 porterebbe ad un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, pari al valore di gas importato dalla Russia nel nostro paese negli ultimi 12 mesi. Per Donnarumma è necessario accelerare le autorizzazioni di impianti eolici e fotovoltaici. Non solo: «gli investimenti in Italia per raggiungere gli obiettivi al 2030, fra cui i 18 miliardi di Terna nei prossimi anni, potranno avere un impatto sul pil di 500 miliardi di euro». Per l’ad di Enel, Francesco Starace. «Le rinnovabili sono il presente e il futuro. L’Italia il cambiamento lo sta realizzando, le grandi aziende hanno il compito di renderlo possibile e migliorare la capacità delle reti, c’è stato un boom di aziende che stanno facendo investimenti sul solare, nella prima metà del 2022 le domande di connessione dei piccoli impianti sono più che triplicate. Servono autorizzazioni più veloci», ha detto Starace, aggiungendo che Enel ha investito in Sicilia in un’azienda per la produzione di pannelli solari che sta aumentando la sua capacità. Bisogna resistere, ha incalzato Franco Bernabè, presidente di Acciaierie Italia: «fra due o tre anni i prezzi dell’energia crolleranno». Ma oggi la bolletta è pesante: per il 2022, ha detto Aurelio Regina, presidente del Gruppo tecnico energia di Confindustria, il conto per le imprese è 57 miliardi, per il 2023 sarà di 72 miliardi, «mette l’industria in ginocchio». L’11 ottobre Confindustria, ha aggiunto, presenterà a Bruxelles una proposta sul decoupling. Le aziende italiane si stanno già impegnando molto sull’innovazione e risparmio energetico: la digitalizzazione ha portato ad un risparmio dei costi del 20%, ha detto l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo; punta sull’idrogeno la Maire Tecnimont di Fabrizio Di Amato, annunciando che dopo il polo di Roma aprirà quello di Gela; la Techint di Gianfelice Rocca ha sviluppato tecnologie che consentono di utilizzare nello stesso impianto gas e idrogeno. «Non bisogna vanificare gli sforzi dell’esecutivo Draghi, che ha fatto molto nell’ultimo anno – ha concluso il presidente dei Cavalieri del lavoro, Maurizio Sella – l’Italia è un grande paese, chiunque avrà la responsabilità sappia essere all’altezza e contribuisca ad accrescere la reputazione che le nostre imprese si conquistano nel mondo».



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