Europa in subbuglio, accuse di sabotaggio che volano da un capo all’altro del continente e gasdotti Nord Stream 1 e 2 fuori uso a tempo indeterminato. Lunedì mattina, a Sudest dell’isola di Bornholm, in pieno mar Baltico, una falla apertasi nel gasdotto Nord Stream 2 lascia fuoriuscire gas che, giunto in superficie, fa schiumare la superficie del mare. Il gasdotto non era in esercizio ma conteneva gas in pressione. Poco dopo, altro allarme, questa volta dal gasdotto Nord Stream 1 a Nordest della stessa isola, molto più al largo, in acque svedesi: falle in entrambi i tubi del gasdotto, che era fuori servizio (ma pieno di gas) dopo lo stop dello scorso agosto deciso dalla Russia. Dalle immagini disponibili in corrispondenza di una delle falle, il mare ribolle in un’area di un chilometro di diametro. Dunque, tre rotture su tre tubi in tre punti diversi. Difficilmente quanto accaduto può essere derubricato a casualità. A Sudovest dell’isola danese scorre anche il nuovo gasdotto Baltic Pipe, che collega la Polonia alla Norvegia, inaugurato giusto ieri. Spiccano le dichiarazioni del centro sismologico svedese, che, al pari di quello danese, lunedì avrebbe registrato esplosioni sottomarine nella zona delle perdite di gas dei due gasdotti. «Difficile credere che le perdite nei gasdotti Nord Stream siano casuali», ha detto il primo ministro danese Mette Fre d e r i k s e n . Il viceministro degli Esteri polacco Marcin Prz yd acz ha accusato esplicitamente la Russia: «Se è capace di una politica militare aggressiva in Ucraina è ovvio che non si può escludere alcuna provocazione, anche in Europa occidentale», ha dichiarato. In Germania, un portavoce si è espresso con molta prudenza affermando di non avere ancora notizie certe, mentre i giornali tedeschi non esitano a parlare di sabotaggio. Cauta appare anche Bruxelles: «Le fughe non hanno messo a repentaglio la sicurezza degli approvvigionamenti», ha dichiarato Tim M c P h ie, portavoce della Commissione europea. Durissimo il governo ucraino: «Si tratta di un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione all’Ue», ha affermato senza mezzi termini M i k h ayl o Po d olya k , consigliere di Volodymyr Z el e n s ky. In giornata si è fatta sentire anche Mosca: «Si tratta di una situazione molto preoccupante e senza precedenti, che richiede immediate indagini. Non possiamo escludere che sia il risultato di un atto di sabotaggio», recita un comunicato del Cremlino. Ha parlato anche il segretario di Stato americano, Antony B l i n ke n , secondo il quale «i primi report indicano che le fughe di gas siano state causate da un attacco». «Nei prossimi mesi dobbiamo lavorare per mettere fine alla dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia», ha poi concluso. Sempre da Washington, la portavoce della Casa Bianca, Ka r in e Jea n- P ie r re ha affermato che «i nostri partner europei condurranno le indagini, noi siamo pronti a sostenere i loro sforzi». «Questo episodio dimostra quanto sia importante il nostro impegno comune per trovare forniture di alternative», ha concluso la portavoce. Gli avvenimenti convulsi delle ultime ore richiamano alla mente la conferenza stampa del 7 febbraio scorso, tenuta a Washington dal presidente americano Jo e B id e n in occasione della prima visita alla Casa Bianca del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nell’occa - sione, B id e n affermò che «se la Russia invade […] l’Uc ra i n a allora non ci sarà più un Nord Stream 2». Alla domanda di una giornalista che chiedeva come pensava di impegnarsi su questo, dato che il Nord Stream 2 è sotto il controllo tedesco, B id e n rispose dicendo: «Noi saremo in grado di f a rl o » . Il Nord Stream 1 è stato fermato dalla Russia lo scorso agosto, mentre il Nord Stream 2 è stato bloccato alla partenza dalla Germania su caldo invito degli Usa. A prescindere da chi possa aver procurato i danneggiamenti, chi trarrebbe beneficio da una definitiva chiusura del Nord Stream 1 & 2? In tanti, sembrerebbe. La Germania aveva già imboccato con decisione la strada dei razionamenti e in Europa si considerava già un dato di fatto che dai due Nord Stream non sarebbe più arrivato gas. Il governo tedesco vede così svanire un’opzione, quella dell’apertura del Nord Stream 2, che stava diventando imbarazzante, sia per le continue istigazioni di Vladimir Putina sfidare il veto americano sia per le pressioni politiche interne. Da mesi infatti una parte dei socialdemocratici, la Linke e manifestazioni popolari chiedevano insistentemente l’apertura del Nord Stream 2. Il fronte Nato, con Usa e Gran Bretagna in prima fila, vede eliminata la tentazione latente per la Germania di deviare dal sentiero delle sanzioni e ricadere nelle braccia dell’antico fornitore di gas, spaccando il fronte occidentale. Fine delle tentazioni. Ucraina e Polonia possono accusare la Russia di voler scatenare il panico in Europa e la Russia, dal canto suo, può giocare il ruolo della vittima. Qui si inserisce anche la dinamica del prezzo. Ieri il future di ottobre quotato alla Borsa di Amsterdam ha chiuso a 208 euro al megawattora. Quasi il 20% in più in un solo giorno. Il motivo non è tanto per il presunto sabotaggio per la notizia diffusa dopo le 16 del deragliamento dell’arbitrato tra Gazprom e Naftogaz, l’operatore ucraino. L’ipotesi se confermata porterebbe allo stop dei flussi anche dalle parti di Kiev. Nel mezzo di questi intrecci strategici stanno le imprese e i cittadini, soprattutto tedeschi, che non avranno gas sufficiente e si preparano a un mesto inverno di razionamenti. Ce lo ricorda il segretario della Nato Stolte n b e rg : «Prepariamoci a un duro inve r n o » .
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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