STUPIDA RAZZA

venerdì 9 settembre 2022

Putin sfida l’Europa «Se mettono il tetto, basta metano Chiederò alla Turchia di bloccare il grano»

 

Il tetto al prezzo del gas sarebbe «un’altra misura stupida, una soluzione non di mercato, senza prospettive» e la Russia reagirebbe chiudendo i rubinetti: «Non forniremo assolutamente nulla se è in contrasto con i nostri interessi. Né gas, né petrolio, né carbone. Niente». Parola di Vladimir Puti n , e fin qui nulla di nuovo. Ma intervenendo ieri all’E astern Economic Forum di V l ad ivo s tok , il presidente russo ha anche aperto con l’Europa un possibile nuovo fronte: sul grano. L’accordo di Istanbul mediato dalla Turchia per sbloccare le spedizioni di cereali dall’Ucraina si è rivelato «un’altra sfacciata truffa», ha detto infatti l’i n qu i l ino del Cremlino, denunciando che solo due navi sulle 87 salpate dai porti ucraini hanno raggiunto i paesi poveri (60 mila tonnellate su due milioni), mentre le restanti hanno fatto rotta verso l’Eu ro pa . «Un comportamento scorretto» del quale «sicuramente parlerò con il presidente turco E rd oga n », ha aggiunto Putin, ventilando l’ipotesi di chiedere una limitazione della «esportazione di grano e altri generi alimentari» verso il vecchio continente, e lanciando in questo modo un messaggio ai paesi del Nord Africa contesi tra Mosca e gli europei, questi ultimi accusati di mettere in pratica un atteggiamento coloniale. SOFT POWER RUSSO Il presidente russo e il suo omologo turco si incontreranno tra il 15 e il 16 settembre a Sa m a rca n d a , in Uzbekistan, in occasione del vertice dell’O rga n i z za z io n e per la cooperazione di Shanghai che ha nella Cina e nella Russia i suoi partner principali. E in quella circostanza Putin rivedrà di persona, per la prima volta dopo l’incontro a Pechino d’inizio febbraio (pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina), il presidente cinese Xi Jinping. Se ieri Putin ha potuto rivendicare che, nonostante le sanzioni senza precedenti imposte da Stati Uniti e Unione europea, «è impossibile isolare la Russia» è anche per il ruolo giocato dalla Cina. In omaggio a queste circostanze e alla geografia (parlava dalla città russa che ha il più grande porto sul Pacifico) Putin ha ricordato che «la grande maggioranza dei Paesi asiatici non accetta le politiche sanzionatorie distruttive, e le loro economie crescono più velocemente di quelle occidentali. Questa tendenza continuerà». A conferma del nuovo orientamento verso est, il presidente russo ieri ha dato anche notizia di un accordo raggiunto da Rosneft per realizzare un gasdotto destinato a collegare Russia e Cina attraverso la Mongolia. Per intanto, il gas che già ora la Cina acquista da Mosca (in aumento rispetto agli anni passati) sarà pagato non più in dollari, ma in rubli e yuan. Nella visione di Putin, all’ascesa dell’Oriente corrisponde il declino dell’Eu ropa, dove «la qualità della vita» delle persone «viene gettata nella fornace delle sanzioni, sacrificata per mantenere la dittatura degli Stati Uniti negli affari mondiali».

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