STUPIDA RAZZA

giovedì 29 settembre 2022

Nord Stream: la Ue rafforza la sicurezza delle infrastrutture

 

Il probabile sabotaggio dei due gasdotti Nord Stream I e Nord Stream II nel Mar Baltico ha messo in allarme sia l’Unione europea che la Nato. Entrambe hanno annunciato un rafforzamento della sicurezza delle infrastrutture più importanti, soprattutto quelle energetiche. Si sospetta che dietro alla vicenda si nasconda la Russia. Da Mosca, il Cremlino ha respinto qualsiasi responsabilità. Anzi, ha accusato gli Stati Uniti di aver sabotato i due impianti. «Ogni deliberata interruzione delle infrastrutture energetiche europee è totalmente inaccettabile e sarà affrontata con una risposta forte e unitaria», ha dichiarato ieri in un comunicato l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell. Successivamente, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato le attese proposte di nuove sanzioni contro Mosca, nel quadro della guerra in Ucraina (si veda l’articolo a pagina 10). L’Alto Rappresentante ha preannunciato che l’Unione europea intende rafforzare la sua «resilienza nella sicurezza energetica». Proprio nel giugno scorso, Parlamento e Consiglio hanno trovato una intesa su un nuovo regolamento tutto dedicato alla protezione delle infrastrutture più importanti. Quante alle cause dell’incidente nel Baltico, Josep Borrell ha parlato di «atto deliberato», mentre il portavoce del cancelliere Olaf Scholz ha escluso «una causa naturale». Se Copenaghen e Stoccolma hanno evitato di accusare Mosca, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki è stato invece più esplicito nel puntare il dito contro la Russia: «Vediamo chiaramente che si tratta di un atto di sabotaggio, il quale probabilmente segna un nuovo passo nell’escalation della situazione in Ucraina». Ha aggiunto la presidente del parlamento lituano Viktorija Cmilytė-Nielsen: «Le nostre infrastrutture non sono sicure. Siamo dinanzi a un avvertimento». Dello stesso tenore anche la reazione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ieri ha incontrato il ministro degli Esteri danese Morten Bodskov (il danno ai due gasdotti è stato individuato al largo dell’isola danese di Bornholm). L’Alleanza atlantica ha attribuito l’incidente a un «atto di sabotaggio», e ha spiegato che sul tavolo dei paesi membri dell’organizzazione militare c’è ormai «la protezione delle infrastrutture più importanti». Per tutta risposta, il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha dichiarato che le accuse a Mosca sono «prevedibili e stupide». Ha aggiunto che i danni ai gasdotti hanno causato al suo paese perdite economiche. Annunciando una prossima riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha accusato gli Stati Uniti, ricordando che in febbraio il presidente Joe Biden aveva detto: «Se la Russia invade l’Ucraina, non ci sarà più il Nord Stream II». Tornando alla situazione nel Mar Baltico, il capo dell’Agenzia danese per l’Energia, Kristoffer Böttzauw, ha spiegato che il gas continuerà a uscire dai fori fino alla fine della settimana. Solo dopo, gli esperti potranno «cercare di indagare sulle cause, avvicinandosi ai gasdotti». Secondo fonti tedesche citate dal quotidiano Der Tagesspiegel, l’impianto potrebbe non essere più utilizzabile, se non venisse riparato in breve tempo. Il rischio è che venga messo fuori uso dall’acqua marina. I due gasdotti danneggiati non erano funzionanti da tempo. Gran parte del gas giunge oggi in Europa dalla Norvegia. Oslo ha annunciato di voler rafforzare la sicurezza dei suoi impianti petroliferi, sorvolati nelle ultime settimane da droni sospetti. «Reagiremo con fermezza se dovesse accadere qualcosa di simile» a quanto accaduto nel Mar Baltico, ha avvertito il premier Jonas Gahr Store. Ciò detto, per ora «non ci sono indicazioni concrete di minacce dirette alle installazioni petrolifere norvegesi».

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