STUPIDA RAZZA

giovedì 29 settembre 2022

Bollette al rialzo dei record, atteso un rincaro del 100%

 

«Stiamo cercando di vedere se ci sono i margini per contenere gli aumenti», sussurrava ieri il presidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), Stefano Besseghini, a margine della prima della due giorni della ventunesima edizione dell’Italian Energy Summit organizzato a Milano da Il Sole 24 Ore e dal 24 Ore Eventi, che è stato aperto dall’intervento del direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini e che ha visto la partecipazione di oltre 2.600 iscritti tra pubblico in streaming e presenti in sala. Secondo gli operatori del settore le stime dei rincari sono impietose, un +100% per la componente energia delle bollette della luce, da 25 centesimi al chilowattora un raddoppio a 50 centesimi, e fanno apparire addirittura sobrie le previsioni del +60% preconizzate con ottimismo martedì dagli esperti di Nomisma Energia. Con ogni probabilità la delibera dell’Arera sarà emanata oggi oppure domani, e sarà operativa da sabato 1° ottobre. È l’aggiornamento trimestrale delle tariffe elettriche per gli ultimi irriducibili consumatori domestici e per le piccolissime imprese rimasti ancorati al vecchio mercato tutelato, con le tariffe regolate dall’Arera, i quali finora hanno evitato gli aumenti di mercato sentiti in pieno dai consumatori sul settore libero. Da mesi l’Authority e il Governo hanno adottato contromisure finalizzate a risparmiare i rincari fulminanti ai consumatori tutelati. Ma ora le manopole della sintonia su cui manovrare sono arrivate a fine corsa e dalle bollette non si può più nascondere mezzo anno di aumenti ripidi che gli altri consumatori hanno già sentito. Serviranno, dunque, nuovi interventi per alleggerire l’effetto persistente dei rincari. «C’è una situazione di difficoltà complessiva e fisiosologica che dobbiamo affrontare — ha aggiunto Besseghini. — Proprio in questo momento è importante che ci sia una grande presenza nei ruoli di responsabilità, anche in questa fase di transizione politica». Un altro tema rovente che ha tenuto ieri banco è quello della sicurezza energetica e dei rischi che i consumatori possano soffrire durante l’inverno razionamenti al metano o all’eletUcraina, ha spiegato il top manager, «come Eni siamo stati molto rapidi sulla diversificazione dei fornitori di gas, l’Algeria ha più che raddoppiato il suo contributo, ci darà 3 miliardi di metri cubi addizionali da questo inverno e arriveremo a regime a 9 miliardi di metri cubi in più: complessivamente il contributo del Paese sarà di 20 miliardi di metri cubi e rimpiazzerà, per noi, buona parte del gas russo». Poi, si sono aperti nuovi capitoli che guardano a Egitto, Qatar, Nigeria, Angola, Congo, Indonesia e Mozambico, da dove arriveranno flussi aggiuntivi di Gnl. Per emanciparsi dal gas russo, però, servono ha ribadito Descalzi, i nuovi rigassificatori galleggianti. Perché, è il suo messaggio, occorre accelerare anche sulle infrastrutture ed eliminare gli ultimi colli di bottiglia sulla rete. L’ad di Enel, Francesco Starace, ha invece spostato il focus sugli effetti della volatilità dell’indice Ttf sulle utitricità che con quel metano si produce. Ma nel corso della discussione sono emerse anche altre partite, tutte strettamente legate all’emergenza gas, a cominciare dal ruolo dell’Algeria. Da dove l’Italia importa a rubinetti spalancati e il cui metano in questi giorni presenta prezzi più convenienti rispetto ad altre fonti di approvvigionamento. Mentre lavorano già al massimo i tre rigassificatori esistenti nell’attesa che arrivino a dama i due impianti galleggianti (Piombino e Ravenna) che Snam ha acquistato su mandato del governo. 8Come l’import di gas, in forte accelerazione, dall’Azerbaigian attraverso il Tap. L’Italia sta quindi costruendo il suo percorso di addio progressivo dal gas di Mosca e lo sta facendo anche attraverso un’altra leva strategica che ieri, come ha annunciato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha raggiunto l’obiettivo del 90% in anticipo rispetto alla scadenza di fine autunno. «Un traguardo reso possibile dall’intenso lavoro portato avanti dal governo in questi mesi, grazie anche a Snam e al supporto del Gse e dell’Arera», ha sottolineato Cingolani. «Tale risultato ci consente di puntare verso un obiettivo ancora più ambizioso, al quale lavoreremo nelle prossime settimane, volto a raggiungere il 92-93% di riempimento degli stoccaggi, così da garantire maggior flessibilità in caso di picchi sui consumi invernali». Sulle riserve e sul contributo fornito, in qualità di operatore di ultima istanza insieme a Snam, è tornato anche l’amministratore unico del Gse, Andrea Ripa di Meana, che ha passato in rassegna, con un lungo excursus, le attività della controllata del Mef, impegnata in prima linea su diversi fronti, non ultimo quello dei due decreti per garantire elettricità e gas a prezzi calmierati a clienti industriali ed energìvori (energy and gas release). Il primo fronte è già arrivato a traguardo, mentre sul secondo, ha spiegato Ripa di Meana, «i margini saranno definiti dal nuovo governo. Lo strumento c’è già e volendo lo si può attivare con immediatezza». Accanto agli stoccaggi, c’è poi tutta l’attività di diversificazione energetica che il governo sta portando avanti e che ha visto l’Eni al fianco dell’esecutivo. E proprio il numero uno del gruppo, Claudio Descalzi, ha rimesso ieri in fila le tappe dell’affrancamento energetico. Dall’inizio della crisi in  Ucraina, ha spiegato il top manager, «come Eni siamo stati molto rapidi sulla diversificazione dei fornitori di gas, l’Algeria ha più che raddoppiato il suo contributo, ci darà 3 miliardi di metri cubi addizionali da questo inverno e arriveremo a regime a 9 miliardi di metri cubi in più: complessivamente il contributo del Paese sarà di 20 miliardi di metri cubi e rimpiazzerà, per noi, buona parte del gas russo». Poi, si sono aperti nuovi capitoli che guardano a Egitto, Qatar, Nigeria, Angola, Congo, Indonesia e Mozambico, da dove arriveranno flussi aggiuntivi di Gnl. Per emanciparsi dal gas russo, però, servono ha ribadito Descalzi, i nuovi rigassificatori galleggianti. Perché, è il suo messaggio, occorre accelerare anche sulle infrastrutture ed eliminare gli ultimi colli di bottiglia sulla rete. L’ad di Enel, Francesco Starace, ha invece spostato il focus sugli effetti della volatilità dell’indice Ttf sulle utility. «Siamo nella situazione in cui molti paesi europei sono dovuti intervenire a livello di governo per sostenere alcune grandi aziende che si trovavano in difficoltà, riteniamo che sia giusto che lo facciano tutti, quindi anche il governo italiano, per mettere tutti sullo stesso livello», ha detto parlando degli esborsi di cassa che le utility sono chiamate a fare a fronte di contratti di derivati sulla vendita di energia negoziati nelle Borse europee. E in Italia? Secondo il ceo di Enel, servirebbero garanzie pubbliche per utility in modo tale che le banche possano anticipare la liquidità. Servono, quindi, interventi a sostegno del sistema ma è necessario anche garantire il rispetto del cronoprogramma fissato dall’esecutivo per l’entrata in servizio dei rigassificatori galleggianti per i quali, ha ricordato il ceo di Snam, Stefano Venier, «abbiamo presentato le relative istanze a luglio e i cui processi autorizzativi dovrebbero concludersi per fine ottobre-inizio novembre». Venier ha poi spiegato che Snam ha intenzione «di avviare con Eni un progetto al largo di Ravenna, dove sperimenteremo la cattura della CO2 prodotta dalle imprese della Pianura Padana». Cruciale, poi, sarà anche il contributo di rinnovabili e accumuli, come ha evidenziato l’ad di Terna, Stefano Donnarumma. «Terna ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia, fondamentale per accumulare grandi volumi di energia nelle ore centrali della giornata, quando la produzione del fotovoltaico è strutturalmente sovrabbondante, per restituirla soprattutto nelle ore serali e notturne». Mentre l’ad di Italgas, Paolo Gallo, ha posto l’accento sul ruolo della distribuzione gas che dovrà lavorare «per rendere le reti smart, intelligenti e flessibili», spianando così la strada alla possibilità che le infrastrutture esistenti accolgano in futuro anche i gas green (biometano e idrogeno). Tutti gli operatori hanno comunque insistito sull’esigenza di continuare ad accelerare su transizione green e neutralità carbonica. «La decarbonizzazione della nostra economia non è moda, è una esigenza di business poiché consente di produrre energia a prezzi competitivi», ha chiosato Luca Dal Fabbro, presidente di Iren.



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