STUPIDA RAZZA

martedì 20 settembre 2022

Ci servono figli e la sinistra vuole più aborti

 

Almeno una certezza questa strampal ata campagna elettorale ce l’ha fornita: quando si parla di aborto e natalità a sinistra perdono completamente la brocca. Da settimane giornali, talk show e politici continuano a paventare un «attacco alla 194» da parte delle destre, le quali insistono a ribadire ) di non avere in programma alcuna modifica della legge 194, ma non c’è nulla da fare: i progressisti esagitati devono fare passare il messaggio secondo cui i perfidi nemici, una volta al potere, impediranno alle donne di abortire. Emblematico in questo senso l’a rt ic o l o n e di Maria Novella De Luca uscito ieri su Re p ub b l ic a . La tesi era lisergica: gli aborti in Italia sono diminuiti, spiega l’autrice, passando dai 243.801 del 1983 ai 66.413 del 2020. L’interruzione di gravidanza sta dunque diventando un «fenomeno residuale» grazie alla legge, che però la Meloni sta «attaccando» anche se dichiara di non volerla toccare. Rincara la dose l’ex primaria di ginecologia milanese Al es s an dra Ku s te r m a n n , nota per l’att i - vismo abortista: le associazioni di aiuto alla vita, grida, devono stare fuori dai consu l to r i . Ora, proviamo un secondo a usare la logica. Se gli aborti sono calati grazie alla legge, allora non sono state le destre a farli diminuire, no? E se le destre non vogliono cambiare la legge, il problema dove sta? Nel fatto - deduciamo - che i conservatori siano contrari alla diffusione massiva della pillola abortiva e vogliano dare spazio alle associazioni pro vita affinché aiutino chi rinuncia a partorire per motivi economici. Tradotto: gli aborti diminuiscono ma la sinistra non vuole che calino ulteriormente. Delirante. In realtà, è discutibile il fatto che la 194 sia responsabile del calo delle Ivg. Sulla riduzione pesano i cambiamenti sociali ed economici, influisce la particolare sensibilità sviluppata sul tema (certificata dall’au m ento delle obiezioni di coscienza da parte dei medici, non tutti cattolici) e di sicuro conta lo spaventoso crollo delle nascite. Meno gravidanze, meno aborti. Ed eccoci al punto vero della questione. In Italia il dramma non è che si abortisca poco, ma che non nascano più bambini. È di questo che anche a sinistra dovrebbero preoccuparsi, compresi gli esponenti del Pd. A chi fra loro ritiene che l’emergenza non ci sia regaliamo un consiglio di lettura. Suggeriamo di sfogliare un report pubblicato un paio di mesi fa da un think thank chiamato Jacques Delors Institute (fondato nel 1996 dal medesimo D el o r s ) e presieduto da un signore di nome Enrico Letta. Il documento parla, con toni decisamente allarmati, del calo delle nascite. «“Ve c - chio Continente” è molto più di un mera espressione», spiega. «L’Ue è di fronte a una seria sfida: entro il 2100, la sua la popolazione diminuirà di quasi il 7% rispetto al 2019, l’equivalente di -31 milioni di persone. Dopo anni di costante aumento, la popolazione raggiungerà il picco di 449 milioni nel 2026 prima di scendere gradualmente a circa 441 milioni nel 2050, seguiti da 416 milioni a cavallo del secolo. [...] L’inverno demografico è principalmente mente dovuto al fatto che la generazione dei “baby boomer” degli anni 50 e 60 non è più in età fertile. Per di più, considerevolmente meno persone seguono il loro esempio [...] e le donne più giovani fanno mediamente meno figli delle loro madri». Leggendo il testo, molto ben fatto e contenente dati e analisi comparative riguardanti i vari Stati europei, si trovano passaggi sorprendenti. Ad esempio quello in cui si afferma che «per molti anni Italia, Portogallo e Spagna hanno rifiutato di investire pubblicamente nella promozione di una politica familiare» per timore che esse rimandassero «ai loro anni di dittatura», salvo poi rendersi conto di prima di rendersi conto di trovarsi nel pieno di «un’e m e rge n za d e m og ra f ic a » . Già questo passaggio basterebbe a illustrare i danni de ll’impianto ideologico progressista. Ma citiamo solo un ulteriore brano. Parlando della Germania (anche se il problema riguarda pure altri, noi compresi), il report spiega che la riduzione delle nascite è dovuta a vari fattori tra cui l’a f fe rmarsi nelle giovani generazioni «dei valori occidentali (priorità data al soddisfacimento dei desideri personali e libertà individuali)». La conclusione dello studio non è inedita, ma rimane devastante: «In uno scenario di questo tipo, lo sviluppo demografico dell’Ue probabilmente dipenderà in gran parte dall’i m m i g ra z io n e » . Sappiamo come tanti (troppi) a sinistra interpretino quest’ultimo concetto: bisogna aprire le porte e accogliere il «kindergarten» (definizione di Emma Bonino) proveniente dall’A f r ic a . Le politiche del Pd puntano tutte in questa direzione, come se L etta avesse scambiato l’affermazione del think thank da lui presieduto per una dichiarazione programmatica. Ci domandiamo però se davvero abbia letto quel report e se lo abbia passato ai suoi sodali. Perché se lo ha letto gli è sfuggito il cuore del problema: qui non è a rischio il diritto ad abortire, in ballo c’è la sopravvivenza .  

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