STUPIDA RAZZA

mercoledì 28 settembre 2022

Grillo propone ancora la settimana corta al lavoro

 

L’Europa la sperimenta. L’Italia prova a rilanciarla con chi ci crede da tempo. Beppe G r i l l o, mentre si gode il 15,5% del suo Movimento, ributta in mezzo un tema a lui particolarmente caro. «La settimana lavorativa di quattro giorni è un toccasana per i lavoratori, le aziende, le società e può anche essere una via per affrontare il cambiamento climatico. Ecco perché è così importante riprenderci la nostra vita!», ha scritto su Twitter rilanciando un post del suo blog. Un intervento firmato da Ju - liet Schor, docente di sociologia all’università di Boston. L’INTERVENTO «Mi occupo di Lavoro dagli anni ‘80 e non ho mai visto niente di simile a quello che sta succedendo oggi – spiega la professoressa – L’ansia alimentata dalla pandemia sta aumentando in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, più della metà di tutti i dipendenti dichiara di sentirsi stressata per gran parte della giornata. Le dimissioni dal lavoro sono a livelli record. Le persone si stanno esaurendo. In risposta, un numero crescente di aziende offre una settimana di quattro giorni, 32 ore, ma con cinque giorni di paga. Ora, non è un’idea nuova, ma la pandemia le ha messo il turbo. I datori di lavoro si stanno rendendo conto che se possono ripensare a dove lavorano le persone, possono anche ripensare a quanti giorni trascorrono al lavoro». I COMMENTI AL TWEET Tutto molto bello. Ma se Grillo sembra entusiasta non si può dire lo stesso di chi ha commentato il tweet. «Va benissimo, ma come lo paghiamo il personale per 4 o 7 giorni. E i negozi e supermercati sempre aperti? – scrive una donna – Allora doppio personale, ok, ma poi ce le paghi tu le bollette e gli affitti, perché raddoppiando la spesa del personale non raddoppiano le entrate!! Non so se mi sono spiegata bene!!». Mentre un altro: «Egregi Juliet Schor e Beppe Grillo sono figlio e nipote di contadini. Ho 71 anni, sono laureato in Ingegneria chimica con lode ad inizio ‘75. Come voi, credo che il lavoro globale metta ansia (decrescita felice Serge Latouche) ma chi paga il debito Italiano che sto lasciando ai miei 4 nipoti?». Domande legittime a Grillo che già dal 2013 voleva lanciare una proposta di legge, proponendo una settimana lavorativa a 36 ore. di liquidità - precisa - Sono due anni che non lavoriamo. Nessuna impresa che non lavora può sostenere nè mutui nè affitti che non sono mai stati sospesi» chiarisce prospettando il rischio della distruzione delle piccole imprese del settore lasciando spazio allo shopping a buon mercato di grandi operatori internazionali. «Uno scenario che davvero non mi auguro» conclude. capozzi@veritaeaffari.it © RIPRODUZIONE RISERVATA LA DECRESCITA FELICE La settimana corta è emanazione prediletta della teoria della decrescita felice. Basata sul pensiero dell’e c o n o m i s ta Serge Latouche, è storicamente uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle. I cui esponenti l’hanno adottata spesso in versioni semplificate a cura di divulgatori come Maurizio Pallante e C l aud io M e s s o ra . In sostanza il pensiero sostiene che: produrre e lavorare di meno non è qualcosa di negativo, ma un modo necessario per condurre una vita più sana e sostenibile. Non solo a livello ambientale, ma in tutte le declinazioni di sostenibilità, un concetto spesso abusato. In quest’ott ica ad essere preso di mira è proprio il Pil, come indicatore di benessere. Al bando la ricchezza quindi. Grillo dalla sua ci ha provato in vari modi a divulgare la dottrina. L’ha fatto anche citando più volte il celebre discorso di Bob Kenn e dy che bandiva proprio il Pil come indice di prosperità. Una volta a una tv svedese Grillo dichiarò: «Il mercato racconta balle… la crescita non va aiutata, la crescita non porta posti di lavoro… no n porta ricchezza, perché crea divario tra chi ha e chi non ha, e questa è la crescita». 

Nessun commento:

Posta un commento