Stanno apertamente parlando di «lockdown energetico» dopo che la von Der Leye n ha usato più volte l’espressione «appiattire la curva» a proposito dei consumi di gas e luce, come se volessero a tutti i costi confermare le ipotesi dei «complottisti» o come se volessero sfidarli sul loro stesso piano. Le leggi della comunicazione mediale prevalgono, pur nella loro rozzezza, sull’accortezza che consiglierebbe almeno di cambiare il lessico della narrazione e visto che due anni e mezzo di Covid ci lasciano in dote, assieme ai virologi che non si rassegnano a tornare in corsia, una serie di espressioni collaudate da riflessi pavloviani, se le rigiocano in questo nuovo capitolo della regolazione forzata della vita dei cittadini per il loro bene, ennesima variazione sul tema p e d a gog ic o. Questo secondo capitolo della biopolitica mostra alcune analogie ed alcune diversità con il primo. Anche questa volta, come per il Covid, la causa prima della crisi energetica non è chiara ed incontrovertibile: ancora oggi non c’è una posizione definitiva su l l ’origine del virus e non ci sarà mai, ed anche per la crisi energetica non c’è una causa prima ben definita e chiara. La guerra in Ucraina spiega molte cose ma non tutte; la Russia continua a vendere il gas allo stesso prezzo, tanto è vero che l’Ungheria ha fatto un accordo separato per comprarlo direttamente da Mosca, senza passare per la Borsa di Amsterdam, la vera generatrice del caos energetico insieme alla miopia dell’aver correlato i costi delle materie prime al Ttf (Title transfert facility), cioè all’aver subordinato la disponibilità delle materie prime necessarie alla vita delle nazioni alla speculazione finanziaria internazionale: con usura la lana non giunge al mercato. Quindi, come per il Covid, il problema sarebbe la speculazione, cioè la libera circolazione del virus-speculazione, alla quale occorre far fronte chiudendo i rubinetti delle case, chiudendo le aziende «per un po’» - come ha detto il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck - e applicando il «distanziamento sociale» ai nostri consumi quotidiani. Ultimamente la metafora «pace o condizionatore» è un po’in calo a favore del «price cap europeo» che però viene bloccato da Germania, Austria e Olanda semplicemente perché loro senza gas russo sono economicamente morti e provocare V l ad i m i r Puti n proprio in questo momento, dicendogli che i prezzi li fa chi compra e non chi vende potrebbe risultare fata l e. Come col Covid, sono le misure studiate dagli esperti per superare il problema a fare i danni collaterali maggiori ed è proprio qui che quel particolare tipo umano del «complottista» si trascolora semplicemente in colui che si pone qualche ineludibile domanda. Speriamo solo di non avere di fronte un anno di improbabili esperti televisivi che spiegano che ci si può scaldare anche senza calore e che se una misura non funziona è perché se ne sta usando troppo poca e che per «restare umani» bisogna usare il gas alle sette e non alle otto. Ma ci sono anche delle nette diversità tra il lockdown da Covid ed il lockdown energetico: il controllo biopolitico sulla vita delle persone si fa meno odioso, meno discriminante, meno irrazionale ma più impersonale ed inesorabile. A fronte di un vaccino obbligatorio che si poteva comunque non fare in cambio del proprio lavoro e della propria vita sociale, un eventuale «lockdown energetico», motivato questa volta dall’i neluttabilità di una guerra e dalla nostra ferma e deliberata decisione di sostenere la libertà con ogni mezzo, come dice Bernard-Henry Levi, non lascia scampo alcuno. Se luce e gas verranno razionati semplicemente cesserà l’e ro - gazione o diminuirà nei modi e nei tempi stabiliti dall’auto - rità; grazie ai «contatori intelligenti» tutto ciò sarà ancora più semplice e starà ai singoli cittadini organizzare le loro nuove vite austere nei limiti di ciò che lo Stato concederà loro. Allo stesso modo le bollette saranno quello che saranno: calmierate o no, alte, basse o folli, dovranno essere comunque pagate, pena la retrocessione alla condizione di profughi. Se col Covid, infatti, la minaccia era di perdere il lavoro e di essere espulsi dalla società civile, in caso di distacco di luce e gas per morosità la conseguenza ineluttabile sarà la vita dei senzatetto, proprio loro, quelli che fecero l’ap p e l - lo per il governo Draghi. Il fatto che questo scenario sia stato anticipato dalle speculazioni dei complottisti è senza alcun dubbio solo frutto di fortuna sfacciata.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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