STUPIDA RAZZA

lunedì 26 settembre 2022

Il desiderio del maschio è naturale Sbagliato demonizzarlo

 

«Tira più un capello di donna che cento paia di buoi»: è uno dei detti presi di mira come sessisti dalle femministe alla Boldrini. Ma è sbagliato: il desiderio degli uomini per le donne è infatti molto più potente di quello delle donne per gli uomini. Si tratta di un fatto bio l og ic o. NON È NORMALE OPPURE SÌ? /1 n S’intitola Questo non è normale. Come porre fine al potere maschile sulle donne il saggio della signora Laura Boldrini sui rapporti tra uomo e donna. Concordo sul titolo. Non è normale, infatti, che un libro che pretende di parlare della violenza sociale sulle donne non nomini la lapidazione. Nei miei gloriosi anni Cinquanta, solo l’Arabia Saudita ammetteva la lapidazione. Ora dal Sudan al Brunei, dalla Nigeria all’Iran, l’Af gh ani sta n. Aumentano ogni anno le lapidazioni, mentre le femministe occidentali squittiscono su problemi drammatici come stabilire chi svuota la lavastoviglie. Evidentemente la signora B ol d r i n i ignora che la lapidazione delle adultere, ma non degli adulteri, fa parte della situazione giuridica di numerose nazioni, oppure la ritiene normale visto che nel suo buffo libro non ne parla. In tutto il libro non sono nominate nemmeno una volta le parole «matrimonio forzato», «matrimonio di bambine» e nemmeno «infibulazione» o «mutilazione genitale». Evidentemente la signora Bold rini ignora che queste pratiche sono attuate non solo in Africa e in Asia, ma addirittura sul nostro territorio nazionale, che sono spaventose dal punto di vista della fisiopatologia medica, che sono spaventose per quanto riguarda la psiche. Il dolore e la vergogna inflitte a una bimba molto piccola possono distruggere la forza morale. Raccomando il libro Non sotto m essa della scrittrice somala Ayaan Hirsi Ali che vive sotto scorta. Da questo libro fu tratto un cortometraggio dal regista olandese Theo Van Gogh, che fu atrocemente assassinato come punizione e in molte moschee sul suolo europeo la sua morte è stata fes teg g i ata . DOV ’È IL VELO? In tutto il libro della signora B ol d r i n i non sono mai nominate le parole «velo islamico». Portare il velo islamico potrebbe essere un gesto semplicemente di ossequio al proprio passato e alla propria religione, un gesto di fierezza per le proprie tradizioni se non esistesse nessun Paese dove quell’indumento è obbligatorio pena la vita. Tra le numerose vittime di chi è costretto a portarlo ricordo le donne afghane, uccise sul posto se il burqa scopriva una caviglia. Tra le numerose testimonianze di chi è costretto a portarlo, ricordo il bellissimo libro Giù i veli della scrittrice iraniana Chahdortt Djava n n che spiega chiaramente: il velo o la morte. Ci racconta l’orrore di corpi adolescenti trasformati in fagotti neri, il terrore per una ciocca di capelli sfuggita alla stoffa che può essere punita a bastonate. Mahsa Amini, ventiduenne, è appena stata bastonata a morte in Iran: portava male il velo. Sono rimasta scandalizzata vedendo la foto della signora B ol d r i n i che si copre la testa con un velo quando è in presenza di un imam. Non è normale che una donna che ha avuto l’onore di nascere al riparo della cultura cristiana e quindi libera, e che rispetto ma collaborazionismo con gli assassini di Mahsa Amini. Se la signora B ol d r i n i desidera manifestare segni di sottomissione e collaborazionismo è nel suo primo diritto, ma non mentre rappresenta lo stato italiano. All’inizio del saggio della signora B ol d r i n i sono riportati una serie di proverbi sulle donne. Molti sono sciocchi e offensivi, come negarlo, e soprattutto perché negarlo. È fisiologico che ognuno dei due sessi provi ma soprattutto manifesti negli anni più giovanili perplessità se non aggressività nei confronti dell’altro sesso. Lo si vede bene tra gli 8 e i 18 anni. Le ragazzine disprezzano i maschi perché sono rozzi, maneschi, perché fanno gara di rutti. I ragazzini disprezzano le femmine perché sono lagnose, piangono facilmente, stanno sempre a guardarsi allo specchio. Sono passaggi fisiologici dello sviluppo. In realtà è sbagliato contrastare tutto questo con pedagogie tragicamente aggressive come il «gioco del rispetto», con maestre dittatoriali che pretendono che i bambini si scambino i vestiti per gioco. Ne l l’apparente disprezzo, in realtà è conservato e nascosto il desiderio, desiderio feroce, imbarazzante, molto più potente nei maschi. «Chi disprezza, comprerà», recita un antico proverbio che purtroppo la signora B ol d r i n i non ha citato, ed è un peccato perché contiene proprio l’i ntu i z io n e di questo comportamento fisiologico che viene quindi presentato come «non normale». POTENZA DEL TESTOSTERONE Il desiderio dei maschi per le donne è molto più potente di quello delle donne per gli uomini. La libido è più alta dove ci sia il testosterone alto. La libido delle donne è più piccola di quella degli uomini perché loro portano il peso della gravidanza, loro hanno la responsabilità della nuova vita. È quindi fondamentale che le donne restino calme e scelgano con attenzione di concedere il proprio corpo solo agli uomini che garantiscono e si occuperanno della prole. I neonati della razza umana hanno bisogno dell’atten - zione completa di mamma per poter sopravvivere, in più piangono, attirano predatori e mettono in fuga prede. Non si può contemporaneamente badare a un neonato e andare a caccia. In epoca preistorica, l’epoca più lunga della nostra presenza sul pianeta, per una donna avere bambini senza un uomo vicino che andasse a fornire cibo, voleva dire la m o rte. Una donna normale pensa al sesso due volte al giorno quando ha 20 anni, una volta al giorno quando ne ha 30. Dai 50 anni in poi, una volta su due noi abbiamo mal di testa. Un uomo normale pensa al sesso cinque volte l’ora. Dai proverbi riportati dalla signora B ol d r i n i si evince benissimo questo desiderio enorme, continuo, che penetra nel cranio, che ti impedisce di pensare. Una donna è l’alfa e l’ome - ga di un uomo, quello per cui lui può massacrarsi di lavoro, può andare alla morte. Una parte dei terribili proverbi della signora B ol d r i n i si limita a esprimere in maniera molto rozza questo concetto elementare. Ci sono proverbi più aspri e citerò un paio anche di quelli. Io sono nata negli anni Cinquanta. Ai nostri tempi andavamo avanti a proverbi. Mio nonno parlava per proverbi. A scuola erano sui nostri libri di lettura. Ne avevamo stampati migliaia sui calendari, ricordo quello di Frate Indovino, sugli almanacchi, sulle agende. Tre quarti dei proverbi citati dalla signora B ol d r i n i io non li ho mai sentiti in vita mia. Non voglio dire che siano falsi, per carità, ma di certo hanno valore episodico, evidentemente sono motti che hanno riguardato un piccolissimo singolo gruppo di avvinazzati. GENERALIZZARE È RAZZISTA Una delle caratteristiche del razzismo è la generalizzazione. Si prende un’azione di pochi o pochissimi e la si usa per screditare un intero gruppo, quindi è un’operazione di profondo razzismo quella che sta facendo la signora Boldri - ni contro il popolo italiano, contro la società cristiana, contro la civiltà europea, la civiltà che non infibula, non lapida, non impone il velo, e nemmeno i matrimoni combinati e con bambine. Vale quindi la pena di analizzare questi proverbi, soprattutto quelli che conosco an ch’io, che quindi sicuramente hanno un valore universale. «Tira più un capello di donna che cento paia di buoi». I maschi hanno una libido molto più alta della nostra. Per le donne impazziscono. Sono disposti a fare qualsiasi cosa. Vero e normale. La libido è normale. È un fatto biologico. Non è un insulto. Non è discriminazione. È così. È la norma. Un uomo fabbrica dopamina quando vede il corpo di una donna. È normale che gli uomini desiderino le donne e lo manifestino. Quello che non è normale è che esista la pornografia, che degradando veri corpi di belle donne crea dipendenza da dopamina. Eppure in tutto il libro della signora Bold r in i manca la parola pornografia.

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