STUPIDA RAZZA

lunedì 26 settembre 2022

Demografia, robot e il lavoro che cambia

L’inverno (demografico) sta arrivando. Anzi, è già arrivato. Le nascite sono scese per la prima volta sotto quota 400mila, si tratta della cifra più bassa dal 1861, anno dell’unità d’Italia. Nel 2070 la popolazione italiana scenderà sotto quota 50 milioni. Cinquanta milioni di persone per un Paese come l’Italia è quella che in finanza viene definita una soglia psicologica. Vuole dire un livello che segna un prima e un dopo. Vuole dire che uscendo di casa avremo più probabilità di trovarci di fronte un anziano di un giovane. I demografi questi numeri li conoscono bene, e ora anche chi di mestiere studia le politiche del lavoro. Che ora sembra la fascia più preoccupata. E non solo in Italia. La popolazione in età lavorativa sta diminuendo in quasi 40 paesi, comprese la maggior parte delle principali potenze economiche. Tanto che sul Financial Times, come anche sui paper scientifici delle università più prestigiose, si è tornati a ragionare sull’impatto dell’intelligenza artificiale e dei robot. Ma con toni e sfumature diverse. Attenzione, i numeri restano gli stessi. In Cina, Giappone, Germania e Corea del Sud si prevede che la forza lavoro diminuirà di almeno 400mila unità all’anno fino al 2030. Ma, mentre prima l’ipotesi di introduzione dell’Ai nei processi aziendali era percepita con una allure di luddismo o come una pericolosa ma ineluttabile forza distruttrice di posti di lavoro, oggi prevale un rinnovato senso di ottimismo e di urgenza. Alcuni Paesi, in testa Cina e Giappone, che hanno già una presenza significativa di macchine stanno accelerando gli investimenti in questa direzione. Come dire, se i robot non sostituiranno - e anche rapidamente - il lavoro umano, non ci sarà tempo per salvare l’economia globale dalla carenza di manodopera. Il timore, anzi il non detto, è che il tasso di sostituzione macchinauomo rischi di essere troppo lento. Come sempre è una questione di tempo e di tempi. Come sa bene chi studia l’innovazione, i robot uccideranno alcune professioni e ne creeranno altre. Il motore ha reso superfluo il conducente del carro trainato da cavalli, ma ha prodotto il tassista. Quello che è certo è che il piano è inclinato. Indipendentemente dal dato demografico.



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