STUPIDA RAZZA

lunedì 26 settembre 2022

Gli anti sistema troppo divisi Restano fuori dal Parlamento

 

«Gli elettori avranno detto “i vostri no non ci bastano, non vado a votare”. La nostra scommessa era superare la soglia di sbarramento e speravamo in un’affluenza superiore. Il Paese è preoccupato, forse anche rassegnato e state attenti alla disperazione che verrà portata in piazza». Così, Gianluca Paragone leader di Italexit commentava le proiezioni che davano non oltre il 2% (all’1,7 l’ultima proiezione al Senato) il suo partito dei no. No all’obbligo vaccinale, no al green pass, no all’identità digitale, no al gender, no alle m a s c h e r i n e. Assieme a candidati come Stefano Puzzer, uno dei leader delle proteste no vax, Nunzia Alessandra Schilirò vicequestore di Roma sospesa per aver partecipato alle manifestazioni contro il green pass o l’endocrinologo G iovanni Frajese, chiedevano anche «meno tasse, rottamazione delle cartelle esattoriali degli ultimi due anni e no al pignoramento della prima casa», «un’aliquota fissa del 15% a chi produce made in Italy», abolizione della legge Forne - r o, limite massimo a 65 anni per l’età pensionistica, stop all’accoglienza a tutti i costi, no all’immigrazione selvaggia, rilancio delle periferie. Forse, il partito fondato nel 2020 dal giornalista ed ex senatore M5s, paga lo scotto di aver inserito nella stessa lista esponenti troppo diversi tra di loro e con provenienze politiche sospette, come gli rinfacciò il leader di Alternativa, Pino Cabras, che ad agosto ruppe l’alleanza con Italexit. Al momento in cui si chiude questa edizione, rimane fermo all’1,3% Unione popolare, il movimento targato Luigi de M a g i s tr i s , ex magistrato ed ex sindaco di Napoli e nel quale sono confluiti ManifestA, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista. Nato nel luglio scorso per queste politiche, alla fine non era entrato a far parte della coalizione del centro sinistra. Hanno sostenuto che il loro era il programma diverso, contro le guerre, per la fratellanza universale, la giustizia sociale, economica ed ambientale, contro corruzioni e mafie, hanno ricevuto il sostegno di altri leader della sinistra radicale europea, da Jean-Luc Mélenchon, de La France Insoumise, al fondatore di Podemos Pablo Iglesias, che è stato vicepresidente del governo spagnolo, a Je re my C o r by n , a capo dei laburisti inglesi dal 2015 al 2020. Non è ba s tato. Malgrado l’ironia, «Astensione e vigile attesa oppure Italia sovrana e popolare come antinfiammatorio?», twittava ieri Marco Rizzo, ironizzando sulla Tachipirina e vigile attesa che per mesi sono stati offerti dal ministero della Salute come trattamenti domiciliari dei malati di Covid, il suo movimento non riuscirà a superare lo sbarramento del 3% ed entrare in Parlamento. L’alleanza politica che racchiude al suo interno formazioni provenienti da esperienze e posizioni ideologiche molto diverse tra loro, e che proponeva sostegno economico a lavoratori, famiglie e piccole imprese tassando le multinazionali, riconversione massiccia all’a gr ic o ltura biologica, Italia fuori da Nato, Unione europea, euro e Organizzazione mondiale della Sanità, l’insediamento di una commissione d’inchiesta parlamentare sulle scelte dei governi durante l’em erge nza pandemica, o la cancellazione della riforma renziana della “buona scuola», non sembra aver convinto gli elettori. DISTANTE Gianluigi Paragone, leader di Italexit [ A n sa ] Così come non li hanno convinti Alternativa per l’Ita - lia (Apli) con leader M a r io Ad i n ol f i , presidente nazionale del Popolo della famiglia, cofondatore del movimento assieme a Simone Di Stefano, l’ex segretario di CasaPound  che lo scorso febbraio aveva dato vita ad Exit. Lavoro, casa e figli erano al centro del loro manifesto politico, con un no netto alla guerra, alle spese in armamenti, alla digitalizzazione dell’identità del cittadino anche attraverso strumenti di controllo come il green pass. In un’intervista alla Ve - rità , lo scorso 25 luglio, Di Stefa n o aveva proposto l’abbas - samento radicale delle tasse e «se arriva la letterina dell’Unione europea che ci ammonisce sullo sforamento dei parametri noi quel foglio lo prendiamo, ci facciamo un aeroplanino e la rimandiamo a Br u xe l l e s » . Al momento in cui andiamo in stampa, l’unico dato arrivato su Vita, vedeva a oltre il 10% a Bolzano la parlamentare ex M5s, Sara Cunial che ha dato vita al movimento assieme a Luca Teodori di 3V (Vaccini vogliamo verità), No paura day ed altre formazioni. Dicono no alla legge sul fine vita, no al matrimonio egualitario e all’adozione per coppie dello stesso sesso, stop all’im migrazione clandestina, stop «ai programmi d’indottrinamen - to gender, corpo neutro e tra n su m a n o » .

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