STUPIDA RAZZA

giovedì 15 settembre 2022

Gli Usa alzano la tensione con la Cina Nuovi dazi e bombardieri sul Pacifico

 

Gli Stati Uniti stanno valutando un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Cina per dissuaderla dall’invasione di Taiwan, mentre Taipei è scesa in pressing sull’Unione Europea affinché faccia lo stesso. È quanto hanno riferito fonti diplomatiche ieri all’agenzia Reuters, senza però fornire altri dettagli su quali misure specifiche siano allo studio alla Casa Bianca. Secondo gli analisti, però, potrebbe essere discussa la limitazione dell’accesso della Cina a determinate tecnologie necessarie per sostenere u n’operazione militare contro l’ex isola di Formosa. Intanto, l’ambasciatrice di fatto di Taiwan a Washington, Hsiao Bi-khim, martedì scorso ha incontrato i deputati internazionali favorevoli all’imposizione di sanzioni alla Cina in risposta alle pressioni militari subite dall’Is o - la. All’incontro organizzato a Twin Oaks - la residenza di Washington che sino al 1979 ha ospitato gli ambasciatori della Repubblica di Cina negli Usa - hanno partecipato circa 60 parlamentari da diversi Paesi di Europa, Asia e Africa. I deputati, membri dell’Alleanza inter-parlamentare sulla Cina (Ipac), che tiene un raduno proprio questa settimana a Washington, dovrebbero sottoscrivere un impegno formale a sollecitare i rispettivi governi, affinché mettano in campo una «deterrenza più forte contro le azioni coercitive militari o di altra natura» praticate dalla Cina ai danni di Taiwan. L’impegno scritto allo studio dell’Ipac prevede anche che i deputati prendano posizione contro i tentativi di Pechino di ostacolare lo sviluppo delle relazioni tra i rispettivi Paesi e Taiwan, e per una intensificazione della diplomazia parlamentare con l’Is o l a . Secondo Taiwan News, i deputati che hanno preso parte all’incontro di ieri provenivano da Regno Unito, Australia, Canada, India, Giappone, Lituania, Ucraina, Nuova Zelanda e Paesi Bassi. Quanto alla Ue, per il momento Bruxelles sembra muoversi con prudenza a causa della costante pressione di Pechino esercitata anche sul direttore dell’Eu ropean Union Intelligence and Situation Centre, Jose Casimiro Morgado, che avrebbe cancellato la sua visita a Taiwan programmata a ottobre. Anche per gli Usa la strada delle sanzioni non è in discesa. «La potenziale imposizione di sanzioni alla Cina è un esercizio molto più complesso delle sanzioni alla Russia, dato il vasto coinvolgimento degli Stati Uniti e degli alleati con l’economia cinese», ha affermato Nazak Nikakhtar, un ex alto funzionario del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. La Cina rivendica Taiwan come proprio territorio e il mese scorso ha lanciato missili sull’isola e piazzato navi da guerra lungo la loro frontiera marittima dopo che la presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Na n cy Pel o s i , ha visitato Taipei in quella che Pechino ha visto come una provocazione. Che la tensione tra Usa e Cina resti altissima lo dimostra anche un’altra notizia di questi giorni che non riguarda Taiwan, ma i pesci. I bombardieri B-1B dell’ae ro n aut i - ca americana in volo dalla base di Dyess in Texas hanno infatti tenuto d’occhio le operazioni di pesca illegale all’estremità orientale del Pacifico, al largo delle coste dell’Ecuador e intorno alle isole Galapagos. Una missione insolita per i B-1B, che sono considerati una piattaforma di attacco a lungo raggio. Sono anche una risorsa scarsa a livello militare, cioè ce ne sono pochi. Però, a differenza dei turboelica da pattugliamento, volano nella stratosfera e non sono dunque visibili dai pescherecci. Le recenti ricognizioni dei bombardieri americani sono state descritte dall’Air Force come un contrasto alla «pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn)» nel corso di una più ampia operazione Bomber Task Force (Btf) degli Stati Uniti continentali (Conus) condotta in collaborazione con i governi di Ecuador e Panama. «Questo tipo di impegno militare regionale rafforza la nostra partnership con Ecuador e Panama e migliora l’interoperabilità e la nostra disponibilità collettiva per una serie di potenziali operazioni future, dai soccorsi in caso di calamità all’assistenza umanitaria alle operazioni di sicurezza», ha dichiarato il comando meridionale degli Stati Uniti. Chiaro che il pensiero va a possibili operazioni di combattimento aereo nell’indopacifico o comunque a un eventuale conflitto contro un avversario vicino, come la Cina o la Russia. Allo stesso tempo, la pesca illegale è una questione di sicurezza internazionale sempre più grave, soprattutto nella regione del Pacifico. Le flotte di pescherecci cinesi sono regolarmente accusate di impegnarsi in queste attività. A giugno, il presidente Joe Biden ha firmato il primo memorandum sulla sicurezza nazionale incentrato specificamente sulla pesca illegale, che indirizzava al Dipartimento della Difesa e ad altre agenzie federali a rafforzare la cooperazione e il coordinamento per aiutare a contrastare il fenomeno. Lo stesso mese, i membri del Quadrilateral Security Dialogue - Stati Uniti, Australia, India e Giappone - hanno annunciato l’i nte n z io - ne di utilizzare la sorveglianza spaziale per il monitoraggio. Ricordiamo che la Cina possiede la più grande flotta di pescherecci a livello globale, con circa 300.000 navi e quasi otto milioni di addetti, rappresentando un terzo della produzione ittica mondial e. 

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