STUPIDA RAZZA

sabato 17 settembre 2022

«Un’associata su tre rischia di chiudere In autunno esplosione di cassa integrazione»

 



Mentre parla si sentono in sottofondo le voci degli ospiti che si stanno alternando sul palco, ma il tono di voce di Mino Dinoi, presidente di Confederazione Aepi (Associazioni europee di professionisti e imprese) che rappresenta oltre 500 mila imprese e 15 mila professionisti intersettoriali, è quello preoccupato di chi sa che si avvicinano mesi complicati: «Ho paura dell’autunno, ma le avvisaglie e i problemi sono già iniziati in primavera. Solo che con la campagna elettorale le attenzioni sono concentrate altrove e non si guarda a quello che sarà un grande problema, la cassa integ razione». Dinoi parla in occasione del primo dei tre giorni della terza Festa nazionale della Confederazione Aepi, dal titolo «#madeinItaly: unire le eccellenze per avere l’e c c e l l e nza» in corso a Labro, in provincia di Rieti. Alla manifestazione si alterneranno professionisti e politici per affrontare i temi caldi dell’economia. Ma la preoccupazione nella Confederazione è alta. Secondo il suo centro studi 150 mila operatori economici sono a rischio chiusura rendendo vacillanti 350 mila posti di lavoro. Non solo, imprese pronte a chiedere Cassa integrazione Straordinaria a causa dei costi energetici sono cresciute del 50% rispetto al 2021. «È NECESSARIO FARE DEBITO BUONO ADESSO» Sono le previsioni allarmanti a spingere il ragionamento del presidente di Aepi sui binari delle soluzioni immediate. «Se non ci sbrighiamo a fare qualcosa non sarà più un terzo degli associati a essere a rischio, ma il doppio. Con la conseguenza che le richieste di cig, e così i fondi necessari a sostenerle, esploderanno», sottolinea Dinoi. Per questo ritiene che sarebbe necessario «fare debito oggi per finanziare un piano strutturale d’a z io n e per i prossimi anni che consenta alle imprese di crescere in futuro. Sarebbe debito buono». Altrimenti, prosegue Dinoi, «ci troveremo tra due mesi a dover mettere liquidità per mettere una toppa che difficilmente sarà riparabile. Continueremmo a essere il Paese del poi». Dalla politica, che è già stata ieri e sarà protagonista dei diversi panel, il presidente di Aepi si aspetta, dopo le elezioni, la convocazione di un tavolo permanente con le imprese «affinché il governo possa prendere atto e comprendere quello che noi tocchiamo con mano sul territorio tutti i giorni, recependo le nostre esigenze». Ma il timore, «anzi la quasi certezza», è che i professionisti e le microimprese verranno «dimenticate e non tutelate», continua Din oi .

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