Si addensano le prime nubi della recessione anche sull’Europa. La produzione industriale nell'area euro è scesa del 2,3% a luglio su base mensile e del 2,4% a livello annuale. Il dato congiunturale ha deluso anche le aspettative degli economisti che si attendevano sì una contrazione ma dello 0,7% su giugno. Il dato di inizio estate mostra che l'industria dell'Eurozona si trovava in difficoltá già prima della recente escalation dei costi innescata dal caro-energia e materie prime. I GRANDI MALATI Tre delle quattro grandi economie dell'Eurozona – Francia, Germania e Irlanda - hanno registrato una contrazione, mentre solo l'industria italiana ha registrato una crescita positiva, ha messo in evidenza Rory Fennessy, e c o n o m i s ta di Oxford Economics. Il calo del 2,3% rispetto a giugno è stato aggravato inoltre da una forte contrazione della produzione industriale irlandese, di quasi il 19%. Secondo Fennessy, ulteriori contrazioni della produzione industriale sono attese dal momento che i prezzi all'ingrosso del gas e dell'elettricitá rimarranno piú alti a lungo, provocando una contrazione della domanda. «Il calo mensile del 2,3% della produzione industriale dell'Eu rozo n a reg istrato a luglio è stato in gran parte dovuto al forte calo della produzione irl a n d e s e”, concorda Je s s ica Hinds, economista senior per l'Europa di Capital Economics. Ma anche escludendo l'Irlanda, resta il dato di una produzione in calo a luglio con le industrie energivore in difficoltá. In prospettiva, proprio gli alti costi dell'energia sono destinati a pesare e i sondaggi dipingono un quadro desolante, secondo Hinds. FUTURO DIFFICILE «Le indagini suggeriscono che il settore si troverá in una situazione peggiore nella seconda metá dell'anno»: afferma l'economista. La domanda si sta indebolendo e Capital Economics prevede una contrazione dell'industria della zona euro nei prossimi trimes tr i . MENO ORDINI Anche Ing ritiene che la debolezza del settore manifatturiero continuerá nella seconda metá dell'anno, soprattutto a causa del rallentamento dei nuovi ordini e del persistere di problemi dal lato dell'offerta. «La crisi energetica ha iniziato a provocare tagli alla produzione nell'Eurozona per i produttori a maggiore intensitá di gas e altri problemi di approvvigionamento si sono attenuati ma non sono scomparsi», mette in evidenza Bert Colijn, economista senior di Ing. Le imprese hanno riferito che gli ordini sono nuovamente rallentati ad agosto e, nel complesso, ciò suggerisce aspettative di produzione modeste per la seconda metá dell'anno, sempre secondo Colijn. LA SFIDA E anche per Unicredit Res ea rch il terzo trimestre parte all'insegna della debolezza. «Il deterioramento del commercio globale, l'aumento delle bollette energetiche e il passaggio dei consumi dai beni» ai servizi, per gli strategist, «rappresentano una sfida concreta per i produttori dell'Eurozona. Una sfida che deve avere risposta comu n e » .
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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