Parafrasando uno spot un po’ datato si può dire: vetro, e non sai quanto paghi. L’allarme viene da tutta l’industria alimentare impossibilitata a confezionare i prodotti perché non si trovano più barattoli, bottiglie, contenitori. Per fortuna che nell’en f as i green che ha preso tutto il mondo prima che il caro gas facesse fare a molti un bagno di realtà il 2022 doveva essere l’anno del vetro come inno all’econ omia c i rc o l a re. Facendo un conto a spanne sono tra ottanta e cento miliardi di euro di prodotti che restano senza contenitore. Perché l’impatto è sui liquori, il vino, tutta l’i n dustria conserviera, l’o l io extravergine di oliva, la birra, buona parte delle acque minerali e delle bibite di alta gamma. Fuori dalla “d is p e n s a” in cerca di confezioni sono anche farmaceutici, profumi, cosmetici limitandoci ai soli settori di punta. Il messaggio in bottiglia è sempre lo stesso: con la crisi energetica e delle materie prime siamo al collasso. Soprattutto le bottiglie bianche sono sparite dal mercato e quelle che ci sono hanno prezzi fuori controllo. Micael a Pa l l i n i , presidente di Federvini, la federazione dei produttori di vini, liquori e aceti, ha lanciato un sos: «La situazione è tesissima, non si trovano le bottiglie. I costi dell’energia sono quadruplicati, ci sentiamo abba n d o n at i » . A far mancare il vetro sono due eventi concatenati: la guerra in Ucraina e l’i mpossibilità delle vetrerie di produrre per costi energetici troppo alti che scaricati sui clienti portano il packaging di liquori e vini fuori mercato. Sostiene Micaela Pallini: «Abbiamo avuto aumenti a raffica da parte dei produttori e ora ci aspettiamo rincari dell'ordine del 25%, per arrivare a un incremento del 50% del prezzo delle bottiglie. Ma a preoccuparci è il fatto che sono venuti meno alcuni siti produttivi; in Ucraina c’erano alcune vetrerie molto importanti che sono ferme. La mancanza di capacità produttiva unita all’aumento dei costi e alla crescita della domanda di vini e liquori ha creato una spirale da cui non riusciamo a uscire. Non si trovano fonti alternative al vetro». Anche perché il vetro è l’imballaggio più ecocompatibile che ci sia, una bottiglia può essere riciclata praticamente all’infinito e torna in auge anche la vecchia pratica del vetro a rendere. Ad acuire la preoccupazione c’è il fatto che questo collo di bottiglia – si assomma alla mancanza di zucchero e di alcol che per i liquorifici è un problema serissimo – si manifesta nel momento in cui il mercato estero dei vini e degli spirits sta rallentando. Denis Pantini di Nomisma aveva fotografato un 2021 da record: l’export italiano di vino lo scorso anno è cresciuto del +12% (7.061 milioni di euro contro i 6.275 del 2020), mentre gli spirits hanno messo a segno un incremento ancora più alto, +23% (1.322 milioni di euro rispetto ai 1.076 del 2020). Ma ora inflazione e tensioni sulla distribuzione hanno di fatto bloccato il mercato. Molto preoccupati sono anche i produttori di olio extravergine di oliva per i quali sta per cominciare raccolta e molitura. Anna Cane di Assitol, l’associazione delle industrie olearie, sostiene che «il momento è assai delicato, le conseguenze del caro energia e del cambiamento climatico stanno danneggiando fortemente il settore. Avremo poca produzione, ma sono i costi esplosi a preoccuparci». A cominciare da quelli del vetro e della banda stagnata: i due materiali d’i m ba llaggio dell’olio. Le lattine costano il 50%, per il vetro, considerando che i frantoi devono imbottigliare con tappi antirabbocco, si attendono aumenti fino al 70 per cento.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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