La Bce resta determinata a riportare la stabilità dei prezzi e l’inflazione al 2% nel medio periodo. E lo farà «continuando ad alzare i tassi più volte nelle prossime riunioni», anche se dovesse arrivare la recessione. E questo anche perché la Bce «non ha ancora raggiunto il tasso neutrale», che è la prima tappa della normalizzazione della politica monetaria. A confermare la determinazione della Bce è stata ieri la presidente Christine Lagarde, aprendo il dibattito del Frankfurt Forum organizzato dall’Atlantic Council, un convegno internazionale sui rapporti tra Usa ed Europa. «Riportare l’inflazione al 2% è quello che dobbiamo fare, e lo faremo», ha sottolineato Lagarde, «il nostro obiettivo primario non è quello di ridurre la crescita, di creare recessione» o disoccupazione. Se la Bce non riuscisse a centrare il suo obiettivo, che è la stabilità dei prezzi, «il danno all’economia sarebbe ancora maggiore». Sul confronto tra Europa e Usa, Lagarde ha sottolineato che le radici dell’inflazione europea e americana sono molto diverse. L’inflazione nell’area dell’euro è salita per il 60% per i prezzi dell’energia, mentre negli Usa questo peso è la metà. Anche l’aumento dei prezzi dei beni alimentari è maggiore nell’euroarea rispetto agli Usa. Il mercato del lavoro è diverso sulle due sponde dell’Atlantico: negli Usa i salari stanno crescendo del 5-7% mentre in Europa del 2-3%. Nel contesto dei negoziati sindacali in arrivo, Lagarde ha fatto intendere che l’aumento dei tassi serve a mantenere ancorate le aspettative sull’inflazione al 2% nel medio termine, dovrebbe dunque servire a frenare le rivendicazioni sindacali. L’inflazione negli Usa è trainata dalla domanda, quella nell’area dell’euro dall’offerta, ha detto Lagarde, e questo rende il compito della Bce più difficile perché la politica monetaria non può fermare la guerra né può tagliare i prezzi dell’energia. In quanto al ruolo dell’euro, che è la seconda valuta più usata nel mondo dopo il dollaro Usa, Lagarde ha detto che per aumentare il ruolo e il peso internazionale della moneta unica europea servono capital market union e titoli di Stato europei come i Treasuries Usa. In risposta a una domanda sul nuovo strumento anti-frammentazione “TPI”, Lagarde ha puntualizzato che verrà usato per i Paesi che «si comportano bene», che rispettano le regole europee. E ha riaffermato che sarà azionato con «la saggezza collettiva» del Consiglio europeo. Ma non è l’unico strumento anti-frammentazione nella cassetta degli attrezzi della Bce, altri potranno essere usati se e quando necessario. Stando a fonti bene informate, il TPI non è stato ancora attivato. Per ora la Bce sta contrastando la frammentazione con la flessibilità dei reinvestimenti dei titoli scaduti del programma pandemico PEPP.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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