STUPIDA RAZZA

venerdì 9 settembre 2022

Pronto il piano von der Leyen Razionamenti obbligati, tasse e tetti a prezzi e ricavi

 

Il Vecchio continente è sempre più stretto nella camicia di forza che l’Unione europea, dal bunker di Bruxelles, sta predisponendo. Rigida pianificazione dei consumi, tasse su extraprofitti veri o presunti, tetti ai prezzi di questo e di quello: l’Ue mette in cantina mercato e libertà, nel nome dei quali peraltro ha combinato i peggiori disastri, e indossa l’el - m etto. L’appuntamento del 9 settembre si avvicina e la Commissione europea estrae dal cilindro il suo armamentario di espedienti per abbassare (teoricamente) i prezzi dell’energia. Il Consiglio dei ministri dell’energia di venerdì esaminerà un complesso di proposte che si va facendo via via più articolato con il passare dei giorni. In una breve conferenza stampa di ieri, il presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha anticipato gli interventi di cui si discuterà venerdì. Primo punto: i «risparmi» di energia. Con eloquente gestualità, la von der Leyen ha affermato che occorre «flatten the curve», cioè appiattire la curva dei consumi di energia, nei periodi di maggiore consumo. Vista la declinazione di questo provvedimento fatta del ministro italiano Rober to C i n gol a n i , saranno le famiglie a sopportare il peso maggiore del razionamento. Dunque, per dirla con il presidente tedesco della Commissione, se è vero che occorre «appiattire la curva», è anche vero che quella curva siamo noi. Nel pomeriggio sono circolate voci secondo le quali le riduzioni dei consumi non saranno facoltative, ma obbligatorie per tutti gli Stati membri, forse declinate anche con un taglio obbligatorio dei picchi di consumo elettrici nella misura del 5%. Il secondo punto, di cui si è già parlato nei giorni scorsi, è la riduzione dei ricavi per le compagnie che generano elettricità con fonti diverse dal gas e oggi beneficiano di prezzi alti. In pratica, un tetto ai ricavi unitari delle fonti rinnovabili, carbone e nucleare. Ieri, ad arte, è stata fatta circolare una cifra (200 euro/MWh), sulla quale ora ci si accapiglierà tra chi la giudica troppo alta e chi troppo bassa. Da questa tassa sulle rinnovabili la Commissione punta a estrarre risorse da redistribuire per abbassare il costo medio delle bollette elettric h e. Il terzo punto è una tassa sui cosiddetti extraprofitti delle compagnie petrolifere e del gas da cui ricavare ulteriori risorse. Non è chiaro se si tratti di qualcosa di nuovo rispetto alla tassa già in vigore in Italia. Poi, provvedimenti speciali per fornire liquidità al settore dei servizi energetici, che non riescono più a garantire i volumi transati per importi sempre maggiori, rischiando di provocare un effetto domino nel settore fin a n z i a r io. Infine, al quinto punto, ecco il celeberrimo tetto al prezzo del gas russo. Si applicherà un prezzo massimo al gas proveniente dai gasdotti russi e solo a quello. L’obiettivo, ha spiegato la von der Leyen, è quello di ridurre le entrate di Mosca per evitare che Vladi - mir Putinpossa tamponare le perdite che subisce dalle sanzioni con lo straordinario ricavo derivante dalle vendite di gas a prezzi altissimi. Abbiamo già esaminato questa proposta, filtrata nei giorni scorsi, che prevede da parte dell’Ue l’ap p l ic a z io n e unilaterale di un tetto massimo. Un po’ come il bugiardino di un medicinale mette in guardia sulle possibili reazioni avverse, il documento illustrativo della proposta che abbiamo potuto visionare avverte che la reazione di Mosca potrebbe essere quella di sospendere del tutto le residue forniture di gas in essere. È del resto quasi certo che sarà così, soprattutto dopo le parole di Puti n pronunciate ieri. Da Vladivostok, lo zar ha fatto sapere che la Russia non rifornirà quei Paesi che imporranno un tetto sul prezzo di petrolio e gas russi: «Non consegneremo nulla se è contrario ai nostri interessi: né gas, né petrolio, né carbone. Niente » . Dunque, l’Ue su questo va allo scontro sapendo che perderà ed è per questo che punta tutto sulla riduzione obbligatoria dei consumi di energia. Ieri è circolato anche il documento con la proposta italiana di tetto al prezzo del gas di cui si parla da mesi. I consulenti del ministro Cin - gol a n i hanno elaborato una proposta secondo la quale, in estrema sintesi, il price cap (da determinare nel valore) dovrà essere affiancato da un meccanismo di compensazione che rimborsi la differenza tra il prezzo reale del mercato e il tetto prefissato. Riguardo a chi e come debba pagare questa differenza, il documento ipotizza contratti finanziari per differenza in capo a un soggetto unico europeo, finanziato dal bilancio Ue. Insomma, come ci si aspettava, la formula magica del prezzo del gas imposto dall’acquirente funziona solo in una certa propaganda. Questa proposta ha comunque poche speranze di essere accolta, giacché ormai Bruxelles ha deciso di eliminare il gas russo e punterà sul tetto ad o rig i n em. Il complesso di obblighi, divieti, controlli, norme cui saremo sottoposti è un macigno scagliato sull’economia e sulla libertà dell’intero continente. La riduzione obbligatoria dei consumi provocherà diversi contraccolpi, non solo su l l ’economia e sulla vita delle persone. La piega grottesca che stanno prendendo gli avvenimenti è tutta nelle parole di ieri di Ursula von der Leye n : «All’inizio della guerra, il 40% del gas importato era russo. Oggi siamo scesi solo al 9%». Dunque, c’è solo un obiettivo, azzerare il gas russo. Di quanto ciò costerà, di quanta libertà saremo privati, di quanta povertà ci pioverà addosso, nella casamatta di Berlaymont non ci si cura più di tanto.

Nessun commento:

Posta un commento