STUPIDA RAZZA

venerdì 16 settembre 2022

Da Bruxelles aiuti per 140 miliardi Ma si punta sul calo consumi e non sul price cap

 

Dagli extra profitti dell’energia 140 miliardi da dispensare come aiuti contro la volatilità dei prezzi dell'energia. E niente Price cap. Il Piano che Ursula Von der Leye n ha presentato ieri davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Stra s bu rgo per contrastare la crisi energetica europea sembra essere concentrato sui tagli ai consumi. In primis è prevista la riduzione della domanda di elettricità di almeno il 10 per cento fino a marzo 2023. E per le ore più costose di consumo di elettricità, ovvero quando la produzione di energia elettrica a gas ha un impatto significativo sul prezzo, la Commissione propone l'obbligo di ridurre il consumo di elettricità di almeno il 5 per cento. EXTRA PROFITTI Gli Stati membri, inoltre, dovranno identificare il 10 per cento delle ore con il prezzo più alto previsto e a quel punto ridurre la domanda. Complessivamente bisognerà tagliare la fame di elettricità di almeno il 10 per cento fino al 31 marzo 2023, ipotizzando una compensazione finanziaria. Stando ai calcoli dell'esecutivo europeo, si raggiungerebbe così una riduzione del consumo di gas di 1,2 miliardi di metri cubi du - rante l'inverno. «Un tetto ai ricavi delle aziende che producono energia elettrica a basso costo e che stanno realizzando ricavi che non hanno mai contabilizzato», ha spiegato la presidente della Commissione Europea, convoglierebbe i profitti «a chi ne ha più bisogno». Con questa strategia, secondo Von der Leyne, si riuscirebbero a raccogliere «più di 140 miliardi di euro per gli Stati membri, per attutire direttamente il colpo». La proposta dovrebbe essere approvata dal Consiglio Ue entro fine mese (la presidenza di turno ceca del Consiglio Ue ha già convocato una riunione straordinaria dei ministri dell'Energia per il 30 settembre), mentre la riforma del mercato europeo dell'elettricità è prevista per la fine dell'anno. Nel frattempo si pensa a una banca Ue per l'idroge n o, con 3 miliardi di investimenti che aiuterebbero a far incontrare l'offerta con la domanda, che è ancora troppo bassa. Ma a breve c'è anche un'altra scadenza: la riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita che la Commissione dovrebbe approvare a ottobre. PIÙ FLESSIBILITÀ «Poche e semplici regole», le definisce Von der Leyen, «che tutti devono seguire» e che permetterebbero «più libertà negli investimenti ma anche maggior scrutinio sui processi». Si pensa insomma di allargare le maglie: «Servono norme Ue di bilancio», spiega Von der Leyen, «che ci consentano investimenti strategici ma che salvaguardino nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche. Gli Stati membri dovrebbero disporre di una maggior flessibilità nel loro percorso di riduzione del debito». Ma già l'altro giorno si era sfilata la premier finlandese Sanna Marin, che aveva storto il naso sulle possibilità di far crescere il bilancio allentando le regole comuni del gioco economico. L'altro nodo è il Fondo di sovranità europea per l'industria «made in Europe». Con un sostegno per le piccole e medie imprese tramite un «pacchetto di sollievo» per snellire i processi burocratici nell'Ue e revisionare la direttiva sui pagamenti in mora. «Non è giusto che un fallimento su quattro derivi da fatture che non sono pagate per tempo», ha detto la presidente. Le altre due iniziative mirano a dare più fondi per risolvere la mancanza di personale specializzato e a importare manodopera estera «in modo mirato». MATERIE PRIME Annunciata anche la proposta di una legge europea sulle materie prime essenziali, per evitare di «scivolare nella dipendenza» dalla Cina (che domina il mercato della produzione e della trasformazione del litio e delle terre rare). Alla presenza della first lady ucraina Olena Zelens ka , Von der Leyen, ha annunciato una visita al presidente Volodymyr Zelensky (già prevista per ieri pomeriggio) «per mostrare il potenziale dell'accesso al mercato unico europeo». Poi ha confermato che «le sanzioni alla Russia resteranno». Valutando «ingenuo credere che il presidente russo Vladimir Putin abbia cominciato a usare il gas come arma di guerra solo il 24 febbraio (ovvero quando è cominciato il conflitto in l'Ucraina, ndr)». La presidente della Commissione Ue che, infine, ritiene «giunto il momento di sancire la solidarietà tra le generazioni nei nostri Trattati». Come? Ecco la ricetta: «Rinnovando la promessa europea e migliorando il modo in cui facciamo le cose e il modo in cui le decidiamo».

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