Aumentano i divari sociali. L’insieme di schock energetico e aumento dei prezzi renderà sempre più difficile la vita per le famiglie che, pur appartenendo ad un ceto medio, riusciranno con più fatica a pagare tutte le spese mensili. Continuerà a non soffrire una piccola parte della popolazione, quel 20% più ricco che non viene toccato dalla crisi. L’allarme “bomba sociale” viene trattato dalla ricerca di Assirm e Confindustria Intelect dedicata alla condizioni economiche delle famiglie, realizzata con 1.005 interviste a famiglie su tutto il territorio nazionale (la rilevazione è stata realizzata dal 12 al 14 settembre 2022). Dall’indagine emerge che il consumatore finale potrebbe trovarsi di fronte alla drammatica scelta su cosa pagare prioritariamente: bollette, alimenti, affitto. E sullo sfondo ci potrebbe essere una nuova “ondata” di npl bancari, con conseguente crisi degli istituti di credito. Lo studio fotografa un sentiment di preoccupazione e incertezza sul futuro, trasversale e piuttosto omogeneo nel Paese. Parlando della ripresa economica, un terzo del campione (33% delle famiglie) prevede che avverrà dopo il 2024 e una quota altrettanto ampia non si sente in grado di esprimere una valutazione (36%). Solo il 16% la immagina nel corso 2023, dunque le famiglie percepiscono una situazione di incertezza persistente. Un altro dato chiave riguarda l’evoluzione delle spese correnti e per i consumi della famiglia: due terzi del campione (66%) dichiarano che nel corso dell’ultimo anno, escludendo mutui o affitti e bollette, sono state più alte o molto più alte del solito. Considerando la situazione finanziaria attuale, il 41% delle famiglie la valuta preoccupante (piuttosto o molto, contro un 20% che la valuta molto o abbastanza tranquilla). In prospettiva futura una percentuale simile (40%) pensa che sia molto o abbastanza probabile dover fare ricorso ai risparmi per far fronte alle spese fisse dei prossimi mesi (con un 24% che lo ritiene poco o per niente probabile). Tra le percezioni e i timori generati dalla situazione attuale, quasi una famiglia su cinque (18%) si dichiara molto preoccupata di non riuscire a pagare le bollette (luce, gas, acqua), la stessa quota è molto d’accordo sul fatto che, finita quest’emergenza, non ci si potrà occupare delle problematiche ambientali perché ci saranno problemi ben più gravi da affrontare. Le preoccupazioni delle famiglie sembrano riflettersi anche su alcuni cambiamenti nelle abitudini di acquisto. Infatti il 41% del campione dichiara di aver modificato negli ultimi 12 mesi il modo di fare la spesa in riferimento alla scelta delle marche: adesso sceglie prevalentemente le marche in promozione o meno costose. Analizzando nel dettaglio le diverse categorie di beni, quelle più voluttuarie hanno visto maggiori diminuzioni di spesa nel corso dell’ultimo anno, come prevedibile. In particolare si tratta delle spese legate ai viaggi e all’abbigliamento (rispettivamente 53% e 50% del campione), seguite dalle spese per il wellness/benessere fisico (49%), i device digitali (48%) e l’intrattenimento/svago (47%). Secondo Saverio Addante, presidente Confindustria Intellect, «la situazione è drammatica: gli italiani sono convinti di dover tagliare qualunque spesa non essenziale. Tutto ciò che non è strettamente necessario verrà limitato per dare precedenza alle spese indispensabili come le bollette, i mutui e le spese alimentari. Questo significa che stiamo andando incontro alla stagnazione, le industrie non producono perché i costi sono più alti dei possibili ricavi ma, dall’altra parte le famiglie non chiedono perché non hanno soldi». Matteo Lucchi, presidente Assirm, sottolinea quanto «la percezione di un consistente incremento delle spese correnti e dei consumi coinvolga la maggioranza delle famiglie. Il 41% valuta la propria situazione finanziaria preoccupante e, in prospettiva futura, una percentuale analoga ritiene di dover fare ricorso ai risparmi per far fronte alle spese fisse. Una famiglia su cinque si dichiara molto preoccupata di non riuscire a pagare le bollette».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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