STUPIDA RAZZA

giovedì 8 settembre 2022

La crisi morde il continente ma Borrell parla di corsa al riarmo

 

Crisi energetica, inflazione alle stelle, razionamenti. Il leit motive di questi ultimi mesi non cambia. Molti Paesi europei stanno entrando in recessione, come la Germania, e le disponibilità finanziarie dei governi per affrontare l’emergenza sono limitate. L’Italia ne sa qualcosa, visto che ha sulle spalle un enorme debito pubblico. Eppure, c’è chi in Europa pensa che in questo momento si debba investire di più, non per alleviare le sofferenze di famiglie e imprese ma per rimpinguare gli arsenali militari. Soldi per il riarmo, insomma. Molti Stati della Unione europea, Italia compresa, hanno fornito armamenti all’Ucraina per fronteggiare l’invasione russa, ma le scorte si stanno esaurendo. L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha lanciato un vero e proprio allarme al Parlamento europeo, esortando i Paesi membri a ricostituire gli arsenali. Le sue dichiarazioni arrivano a pochi giorni da quelle della ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, che nel rispondere alle critiche di Kiev per le presunte mancate forniture di armi, ha spiegato che a Berlino le scorte sono agli sgoccioli: «Vorremmo sostenere militarmente l'Ucraina con tutto ciò che abbiamo. Ma sfortunatamente, nella situazione attuale, abbiamo un deficit assoluto nei nostri stock». Un concetto ribadito anche dalla ministra della Difesa tedesca Christine Lambrecht , la quale ha affermato che la Germania sta «raggiungendo i limiti di ciò che possiamo dare dalla Bundeswehr». L’Ucraina però continua a pressare l’Eu ro pa , vuole più armi e bisogna anche rispettare gli impegni già presi con il presidente Vol o - dymyr Zelensky. Ma stiamo affrontando una crisi energetica senza precedenti, le risorse sono limitate e dirottare ingenti somme di denaro sulle forniture di armi non fa certo saltare di gioia i cittadini europei. Secondo il capo della diplomazia Ue, il modo migliore sarebbe farlo tutti assieme perché è «più economico», una sorta di acquisto congiunto, come è già avvenuto con i vaccini per il Covid-19. Quello di Borrell è di fatto un invito ad accogliere la proposta della Commissione Ue, che ha intenzione di mettere in piedi una sorta di centrale unica per l’ac qu i s to di armamenti. La famosa Bussola strategica, cioè il di un terzo delle spese». Un impegno che per ora è solo teorico. La Corte fa un esempio su tutti: per gli uffici della Commissione a Lussemburgo al momento «non è stata ancora decisa alcuna riduzione significativa dello spazio». Quel che è certo è che molti progetti immobiliari saranno rivisti. Si spera solo che troppe varianti non modifichino al rialzo i costi previsti. Ancora una volta. © RIPRODUZIONE RISERVATA TAGLI Ursula von der Leyen, a capo della Commissione europea, prevede di ridurre di un terzo le spese di gestione delle istituzioni Ue entro il 2030 piano Ue per aumentare l’integrazione nel settore della difesa, deve guidare i prossimi passi. Oggi la cooperazione tra i Paesi dell’Unione nel campo degli armamenti è ferma all’11 per cento del totale di armi acquistate in blocco dai governi. L’obiett i - vo di Bruxelles è di arrivare al 35 cento. Ma in questa congiuntura economica appare complicato e forse velleitario. In luglio la Ue ha aumentato di 500 milioni di euro i finanziamenti per sostenere militarmente l’Ucraina e dall’inizio dell’invasione russa Bruxelles ha già speso oltre 2,5 miliardi di euro in armamenti per Kiev. Una montagna di soldi che, con la crisi che morde i governi europei, spinge molti a restare in stand by. Succede, infatti, che i sei Paesi più grandi della Ue, tra cui l’Italia, non hanno preso nuovi impegni militari in favore dell’Ucraina. A questo si aggiunge il fatto, sottolineato dallo stesso Borrell, che il piano di addestramento delle truppe ucraine promesso da diversi Paesi, tra cui il nostro, è in ritardo. «Saremmo in una situazione migliore», ha detto il capo della diplomazia Ue, se l’ad - destramento fosse iniziato come promesso. 

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