STUPIDA RAZZA

sabato 20 novembre 2021

La profilassi di massa non ha funzionato Eppure danno la colpa a chi non ha aderito

 

Siamo alla farsa. L’Oms dichiara che su 3,3 milioni di nuovi contagi settimanali nel mondo, 2,1 milioni sono in Europa, continente con il più alto numero di vaccinati (65% della popolazione), però per il Cor - riere della Seraci sono «focolai no vax tra le cause». Non fosse così drammatica questa incapacità di ammettere che era sbagliata la strategia di vaccinare tutti, non solo le categorie più a rischio, e che diventa una follia puntare sulla terza dose a oltranza, decidere di inoculare i più piccoli mentre il virus continua a circolare tra milioni di immunizzati e li infetta, tanta ostinazione a negare l’evidenza andrebbe solo derisa. Purtroppo, invece, s’ingros - sano le fila di quanti mostrano di credere che l’impennata dei contagi sia dovuta a una percentuale decisamente bassa di contrari alla vaccinazione anti Covid. Primo fra tutti c’è sempre Roberto Speranza che in videoconferenza, al G7 dei ministri della Salute, ieri ha dichiarato: «I contagi stanno crescendo ed è essenziale intensificare la copertura vaccinale in tutti i Paesi». Eppure l’Oms dichiara che da luglio le infezioni sono in calo in Africa, dove appena il 6% della popolazione è vaccinato, e nel Sudest asiatico, con il 28% di immunizzati. Se il problema fossero i non inoculati, nel Continente nero sarebbe in corso una strage, mentre si registrano 10.000 nuovi casi e 500 decessi a settimana, perciò è proprio la campagna vaccinale a tappeto che sta mostrando tutte le sue incongruenze. Lo vediamo da quanto accade in Europa, con 2,1 milioni di contagi e 28.000 morti a settimana, e dai dati relativi agli Usa che hanno pure un alto numero di cittadini vaccinati (il 60% ha completato il ciclo) e moltissimi contagi, 600.000 a settimana, con oltre 8.000 decessi per Covid negli ultimi sette giorni. L’Oms sottolinea che il numero di morti per coronavirus in Europa è cresciuto del 5% in una settimana, rendendola l’unica area al mondo dove c’è stato un aumento della mortalità. Vaccinare tutti non ha prodotti i risultati promessi, qualcuno dei super esperti al ministero della Salute deve prendersi la responsabilità di ammetterlo. «Non si vaccina mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti e sarà sempre più veloce di noi», ammoniva nel marzo scorso P ietro Luigi Garavelli, primario della divisione di malattie infettive dell’Ospedale Maggiore di Novara. Poche altre voci critiche si sono alzate dal mondo della scienza, e per qualche dubbio od obiezione al pensiero dominante sono stati tacciati per no vax. Sigla che adesso funziona per denigrare non solo chi non vuole farsi inoculare questi farmaci anti Covid, ma anche coloro che si oppongono allo scellerato piano di vaccinare gli under 12. «Un bacino ampio per la circolazione del virus», è il ritornello preferito, omettendo di spiegare ai genitori che i loro figli rischiano pochissimo con il Covid, i pochi sfortunati piccoli che finiscono in ospedale hanno purtroppo altre patologie di cui nessuno parla. I bambini si devono immunizzare naturalmente, come con altri virus, così risulteranno più protetti. E la popolazione non a rischio poteva non sottoporsi alla lotteria dei vaccini, se funzionasse una medicina territoriale pronta a intervenire ai primi sintomi del coronavirus. Oggi tutti parlano solo di richiamo indispensabile (perché il vaccino non protegge più dal contagio), con virologi che hanno perso ogni pudore parlando di altre, possibili dosi nei prossimi mesi, e della necessità di iniettare il farmaco anche ai più piccoli. Così la spirale non si ferma, gli anticorpi continueranno a calare rapidamente, crescerà il numero dei positivi tra i vaccinati e avremo esposto dei bambini a reazioni avverse che nessuno può conoscere. Eppure studi sempre più numerosi dimostrano che l’immunità naturale, da infezione, protegge meglio e più lungo di quella da vaccino. Paul Elias A l exa nd e r, epidemiologo, ex consulente senior della politica pandemica Covid al dipartimento della salute e dei servizi umani (Hhs) dello Stato di Washington, ha messo insieme un elenco di ricerche scientifiche sulla maggiore efficacia dell’i mmu n ità naturale «che conferisce protezione contro le proteine del rivestimento esterno di un virus respiratorio, e non solo una, ad esempio la glicoproteina spike Sars-CoV-2», rispetto a quella indotta dai vaccini contro il Covid. Lo aggiorna puntualmente con l’aiuto di esperti di importanti università, ieri erano 128 gli studi indicati con titolo del lavoro e relativo link. Di suo, A l exa n d e r afferma che «i funzionari della sanità pubblica e l’establishment medico con l’aiuto dei media politicizzati stanno fuorviando il pubblico, affermando che le dosi anti Covid forniscono una protezione maggiore». Osserva come «l’immunità esistente dovrebbe essere valutata prima di qualsiasi vaccinazione, tramite un test anticorpale accurato e affidabile» e che «fare a pezzi la società tra vaccinati e non vaccinati, separandoli, non è d’aiuto dal punto di vista medico o scientifico». La pensa diversamente il governatore della Regione Lazio: «Considero i no vax dei privilegiati, possono andare a lavorare e possono vivere grazie al fatto che altri si sono vaccinati», ha detto Nicola Zingaretti, augurandosi che siano «studiate tutte quelle misure e quegli incentivi che potrebbero portarli a vaccinarsi». Più minaccia di così.

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