Un altro campo dove il verbo ha massacrato la realtà è stato la guerra alla pandemia. La parola pandemia come ha spiegato lo stesso Anthony Fauci non alcun valore scientifico. La parola deriva dal greco e vuol dire «tutta la popolazione», è utilizzata per indicare una malattia contagiosa che si applica all’intero pianeta e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, per poterne parlare occorrono tre condizioni: la comparsa di un nuovo microrganismo, verso il quale non sono conosciute cure efficaci, la capacità di tale agente di colpire gli esseri umani e la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio. Questa definizione è incompleta perché mancano gli indici di letalità, e quindi può essere applicata a patologie spietate come l’ebola o a patologie molto miti, che grazie a questa parola paralizzano l’economia e la vita civile, e le cure mediche. La Sars-CoV-2, ove non esistano patologie pregresse ed età avanzata, ha un tasso di letalità bassissima, calcolato dalla stessa Oms allo 0,05% per le persone al di sotto di cinqu ant’anni. Secondo i dati dell’Istat, i morti da sola Covid-19 in Italia sono meno di 4 .0 0 0. Durante il cosiddetto lockdown l’unica attività medico chirurgica che non è stata interrotta sono stati gli aborti volontari. Non sono state fatte le endoscopie: migliaia di cancri sono stati scoperti in ritardo. Non sono state fatte prove da sforzo: migliaia di infarti non sono stati prevenuti. Il Covid-19, in tutti i casi, non dovrebbe rientrare nella definizione di pandemia, perché da sempre ne esistono buone cure domiciliari: sono esattamente le stesse che hanno curato la Sars nel 2003. Tutti i medici che le hanno applicate dal primo istante, a cominciare dal professor Luigi Cavanna per finire ai medici dell’isola Mauritius, hanno abbattuto la mortalità a dati più bassi di una normale influenza. Un altro campo in cui il verbo si è sostituito alla realtà è il vaccino. La parola vaccino è attribuita a farmaci a Rna iniettivi genici, impropriamente denominati vaccini perché non possono immu n i z za re. Altrettanto ridicola quindi la parola immunizzato per indicare una persona a cui sia stato somministrato un farmaco come questo, che non immunizza, e ancora più buffa è la dizione immunità di gregge che dovrebbe saltare fuori dall’inoculazione di farmaci che in effetti non immunizzano. Questo simpatico gioco delle tre carte permette di accusare chi non ha voluto subire questo trattamento del mancato raggiungimento di una millantata immunità di gregge che è ridicolamente impossibile. LA PROTEINA SPIKE La proprietà immunogena è un carattere delle molecole proteiche e dunque un acido nucleico non è dotato di capacità immunostimolanti. L’antigene proteico portatrice di epitopi, i siti con proprietà immunogena specifica, risiede su un virus. L’a nt i - gene, in questo caso la Spike, è una proteina biologicamente estranea all’o rga n ismo in cui è penetrata (per via naturale o iniettiva), è riconosciuta come tale, estranea: e viene aggredita dai macrofagi, che la elaborano per trasferirne i prodotti di scomposizione alle Antigen Presenting Cells APC, che trasferiscono i prodotti della loro azione funzionale ai linfloblasti che, stimolati da questo insulto antigenico, vengono attivati, proliferano, espandono il numero di cellule immuno-competenti, e generano un clone linfoplasmacellulare immunologicamente specifico per uno specifico antigene e, soprattutto, quantitativamente adeguato: una leggera immunostimolazione genera una risposta anticorpale adeguata. Questa cascata immunogena porta alla formazione di proteine anticorpali IgM, anticorpi della durata media di 45 giorni, e di proteine anticorpali IgG, gli anticorpi perenni, tramite cui viene costituita la memoria immunologica per la quale un vaccino conferisce una memoria immunobiologica perpetu a . Se una persona subisce u n’iniezione di mRNA, l’mRNA, nel sito iniettivo, viene captato da cellule locali o, se entra nel torrente circolatorio, viene potenzialmente veicolato a cellule di organi anche lontani dal sito iniettato; qualunque distretto organico può essere interessato. Può essere che questo mRNA possa essere captato anche da cellule del sistema immunitario, ma in questo caso non viene captato da cellule immunitarie per un meccanismo immuno-specifico (visto prima) ma per un meccanismo generale comune a tutti gli stipiti cellulari. PERCHÉ SONO O B B L I G ATO R I ? L’mRNA, entrato in una cellula qualsiasi, sviluppa l’azione biochimica che gli è propria: a livello ribosomiale codifica la proteina di cui porta l’informazione; la sintesi di proteine Spike, non anticorpi anti-Spike: non è una risposta immune. Le proteine Spike sono proteine estranee alla biologia dell’organismo inoculato che le sintetizza, pertanto si verifica il paradosso di un organismo che viene a produrre proteine estranee alla propria stessa identità biologica ovvero dotate di azione tossica sullo stesso organismo che le produce! Le Spike, in quanto estranee, vengono captate ed elaborate dai macrofagi che le trasferiscono alle APCells, quindi linfoblasti, quindi linfociti, quindi plasmacellule: questo spiega perché gli individui sottoposti a iniezioni di mRNA presentano una qualche quota di anticorpi antispese.Le proteine Spike hanno una presenza effimera all’interno dell’o rgan is mo: dunque non possono assicurare una risposta immunitaria efficiente; tant’è che gli inoculati hanno quote anticorpali esigue e clinicamente sono assimilabili a soggetti immunologicamente incompetenti: si infettano, si ammalano e anche in modo grave. La stimolazione immunitaria delle Spike è una stimolazione insufficiente e in quanto tale incapace di garantire la memoria immunitaria perché sono rapidamente denaturate all’i nterno dell’organismo stesso che sintetizza. Mentre nel caso di una infezione naturale si verifica l’espansione del clone plasmacellulare che da una pur leggera, ma sufficiente, stimolazione antigenica è in grado di sviluppare una adeguata protezione anticorpale, qui, l’i n su f f ic ie nte immunostimolazione delle spese non determina una sufficiente espansione del clone plasmacellulare specifico. Pertanto si realizza la condizione secondo cui gli individui inoculati producono proteine Spike tossiche sullo stesso organismo che le sintetizza, e che in una parte dei casi sviluppa effetti collaterali di importanza clinica, non sviluppano una sufficiente memoria immunologica pertanto vanno ripetutamente re-inoculati. Per qualche tempo, 1-2 mesi, l’individuo inoculato sintetizza una quota di proteine ad attività anticorpale anti-Spike e dunque riduce la possibilità di sviluppare forme gravi di infezione, dopodiché, in assenza di un adeguato sviluppo del clone plasmacellulare specifico, la sintesi di proteine anti-Spike decade, da qui la necessità di ulteriori inoculazioni. Per quale motivo gli inoculati non vengono continuativamente sottoposti a conta anticorpale (sierologico)? La soluzione a un titolo anticorpale basso non è la terza, quarta, ventesimo dose, ma piantarla di inoculare farmaci poco efficaci. Come ho già ricordato in molti articoli, in alcuni individui ove sia presente l’enzima transcriptasi-inversa, che dallo stampo dell’m R NA genera il relativo gene Dna, si ha una modifica genomica che codificherà la Spike per tutta la vita dell’i n o c u l ato, con azioni biologiche imprevedibili. Il questi casi non si può escludere che la proteina possa essere contagiata anche ad altri. Un ultimo verbo. Un’ultima parola. Perché questi farmaci devono essere obb l i gato r i ?
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento