STUPIDA RAZZA

mercoledì 17 agosto 2022

E la Cina chiude di nuovo le fabbriche

 

 La provincia cinese del Sichuan ha tagliato dal 15 agosto la fornitura di elettricità alle fabbriche della zona fino al prossimo sabato per far fronte a un’impennata di consumi dovuta alla peggiore ondata di caldo da circa 60 anni. Il timore ora è che in Europa arriveranno meno merci del previsto, senza considerare che il vero rischio è che lo stesso potrebbe capitare qui in Italia il prossimo inverno per via del razionamento del gas. Se non avremo gas a sufficienza, infatti, le aziende potrebbe essere obbligate ad andare a «scartamento ridotto», cosa che sta già succedendo come si legge sopra, per permettere ai cittadini del Vecchio Continente di scaldarsi. In Cina, ad ogni modo, i problemi - simili a quelli dell’au - tunno 2021 -ora riguardano in particolar modo la produzione di energia idroelettrica. La zona che ospita quasi 84 milioni di persone di recente ha raggiunto i 42 gradi e questo ha fatto schizzare la richiesta di energia che serve ad esempio per l’aria condizionata. Il vero problema è che nello Sichuan si produce metà del litio del Paese e gli impianti idroelettrici della zona forniscono elettricità agli hub industriali lungo la costa orientale del paese. Così il governo locale ha scelto di dare priorità alle esigenze delle famiglie, ordinando alle industrie di 19 delle 21 città della provincia di sospendere la produzione fino al 20 agosto. Secondo Gianclaudio Torlizzi,esperto di materie prime e fondatore di T-Commodity, società di consulenza nel campo delle materie prime, «il lockdown energetico annunciato nel Sichuan inciderà in particolare sulla produzione di acciaio, alluminio, polisilicio e pannelli solari: tutti materiali necessari per la produzione di applicazioni green». L’esper - to non ha dubbi sul fatto che questa sarà l’ennesima spina nel fianco per l’Europa. «Dai lockdown sanitari a i lockdown energetici il passo è stato breve.🤫🤫🤫  È un’ulteriore tegola sulla testa dell’economia europea già in ginocchio a causa della crisi energia», ha scritto su Twitter. Quello che è certo è che già ora molti gruppi industriali cinesi hanno temporaneamente chiuso i battenti. Il produttore di alluminio Henan Zhongfu Industrial e quello di fertilizzanti Sichuan Meifeng Chemical Industry, ad esempio, hanno annunciato in Borsa la sospensione della produzione. Stop anche per un impianto gestito dal colosso taiwanese Foxconn. Altre aziende opereranno invece a capacità limitata, a seconda delle esigenze produttive. Il problema, inoltre, interessa altre province che utilizzano l’energia idroelettrica prodotta nell’area dello Sichuan. Città come Zhejiang, Jiangsu e Anhui hanno a loro volta indetto limitazioni nei consumi elettrici destinati agli impianti industriali creando notevoli problemi all’economia cinese ed europ ea . Questi stop alla produzione di energia elettrica faranno di certo salire i prezzi del litio e di tutte le materie prime prodotte nell’area. In particolare si teme per il silicio, elemento molto utilizzato in tutti i prodotti tecnologici e nei pannelli solari. Inoltre, il timore è che le limitazioni energetiche per le aziende andranno avanti ben oltre il prossimo sabato perché le temperature in Cina e nella regione dello Sichuan non accennano a diminuire.

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