STUPIDA RAZZA

venerdì 2 settembre 2022

Carta, la filiera del riciclo vicina al blocco totale

 

«Il settore della raccolta e riciclo di carta e cartone sta andando verso uno stop forzato. I fermi delle attività a valle, ovvero le cartiere, e le bollette di gas e luce alle stelle stanno facendo collassare i volumi di mercato e rischiano di spezzare la catena dell’economia circolare. L’aumento di quattro volte delle bollette ha rallentato la produzione delle cartiere provocando un dimezzamento del valore economico della carta da macero nel giro di un mese». Questo l’allarme lanciato da Carmelo Marangi, vice presidente Unirima (Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri). Ad agosto la quotazione per la carta da macero dopo il trattamento all’interno dell’impianto era di 65 euro la tonnellata, rispetto ai 130 euro del mese precedente. Anche per i prossimi mesi le aziende del riciclo temono che questo trend prosegua. Il mancato ritiro da parte delle cartiere sta facendo crescere i volumi accumulati negli oltre 600 impianti. Il rischio è che si possano raggiungere in brevissimo tempo i limiti massimi di stoccaggio negli impianti autorizzati per legge. Uno scenario che potrebbe portare a una duplice crisi, economica e ambientale, legata alla forte riduzione della capacità di trattamento degli impianti e alla conseguente ripercussione sull’attività di raccolta e riciclo dei rifiuti. Per questo Unirima chiede al governo di intensificare le verifiche su eventuali speculazioni, di introdurre un price cap sul prezzo dell’energia, di scollegare il valore delle rinnovabili da quello del gas e di adottare misure temporanee volte ad incrementare le capacità di stoccaggio. Unico sbocco per evitare il cortocircuito della filiera è di puntare sull’esportazione della materia prima seconda. Tradizionalmente i mercati di sbocco di carta e cartone «end of waste» sono quelli europei e dell’Estremo Oriente. Il caro energia penalizza anche le imprese che recuperano e riciclano la plastica e molte hanno già ridotto i volumi trattati. «Abbiamo sospeso il 40% delle attività, perché i costi dell’energia non sono più sostenibili» fanno sapere da Assorimap, l’associazione nazionale delle aziende che riciclano le materie plastiche. Alcuni impianti sono già chiusi, mentre altri rimangono operativi soltanto alcuni giorni della settimana a causa del caro bollette. Inoltre le forti oscillazioni delle quotazioni di luce e gas rendono quasi impossibile la programmazione dell’attività. Anche in questo comparto si lavora per scongiurare il blocco del recupero dei rifiuti plastici. Da Assorimap si chiedono interventi rapidi per evitare un paradosso. «Economia circolare e transizione ecologica vengono collocate costantemente in cima all’agenda politica, ma i rincari in corso stanno soffocando le imprese che ne costituiscono il cuore pulsante» avvertono dall’associazione. Per ogni tonnellata di plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio e 3.000 kWh di energia elettrica.



Nessun commento:

Posta un commento