STUPIDA RAZZA

venerdì 2 settembre 2022

Estate da record al Sud, ma per gli alberghi c’è il rischio di chiusure

 

Dopo un’estate con presenze turistiche da record, nelle località del Sud d’Italia ora si teme un autunno critico. In città, sulla costa, sulle isole sono stati raggiunti tassi di occupazione persino del 90%. Solo nella città di Napoli si conta che ci siano stati più di 40mila pernottamenti a Ferragosto. Ma le prospettive per i prossimi mesi non sono altrettanto positive. «I costi dell’energia – dice la presidente di Federturismo, Marina Lalli – continuano ad aumentare. Ciò ci preoccupa molto. Non nascondo che alcuni operatori, nonostante le buone performance estive, stanno valutando di anticipare la chiusura rispetto alla data solita di fine settembre o ottobre. Anche perché, dopo agosto, le tariffe vengono riviste al ribasso e, i costi energetici ancora in aumento potrebbero diventare insostenibili». Numerose le testimonianze. «La spesa per l’energia – conferma Massimo Salomone, coordinatore del gruppo tecnico Turismo di Confindustria Puglia – è più che quadruplicata. In bassa stagione bisogna abbassare le tariffe almeno del 40%, pertanto non è conveniente restare aperti. Ho amici che chiuderanno alcune ali degli hotel sin da questi giorni». Poi aggiunge: «Va affrontato anche il problema dell’abusivismo che colpisce chi lavora nella legalità». Piergiorgio Mangialardi, alla guida del gruppo Allegroitalia con 28 strutture turistiche in Italia di cui numerose nel Sud, parla di un «disastro. Già registriamo una contrazione dei consumi – precisa – soprattutto a settembre quando alcuni clienti si sarebbero concessi un altro weekend di vacanza, ma spaventati da bollette salate, hanno rinunziato. Si pensi che i costi energetici ante guerra erano pari al 5% del fatturato, ora sono pari al 25%. O il governo ci dà una mano, o dovremo chiudere». Analoghe preoccupazioni in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. L’ad del Regina Isabella, Giancarlo Carriero prevede dal primo gennaio 2023, per il suo storico albergo, il raddoppio dei costi per l’energia. «Da 350mila euro a 700mila – dice – un aumento che ci impone soluzioni repentine». Per gli operatori turistici meridionali, le proprie imprese vanno considerate a tutti gli effetti pari alle quele definite “energivore”. Lo spiega Beatrice Lucarella , imprenditrice ed esperta di turismo: «Negli alberghi c’è consumo per 24 ore su 24, e per giunta poco controllabile. E in una estate calda come quella in corso i condizionatori hanno lavorato al massimo». In allarme anche le strutture extralberghiere. L’Osservatorio turistico extralberghiero dell’Abbac parla di «Turismo a rischio a settembre».

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