L’autunno caldo delle proteste sociali In Germania gli aiuti scontentano tutti
«Autunno caldo contro il freddo sociale»: questo lo slogan della manifestazione di piazza a Lipsia, in Sassonia, organizzata ieri sera dal partito di
estrema sinistra Die Linke contro il
caro bollette della crisi energetica e il
caro vita dell’alta inflazione. La protesta è stata affiancata da manifestanti
di estrema destra, tra i quali “Libera
Sassonia”, intenti a riappropriarsi del
lunedì: dopo le marce dei No Vax in
pandemia, le manifestazioni di destra
e di sinistra contro il governo e la crisi
energetica si ispirano ai cortei del lunedì, Montagsdemonstrationen, contro il governo della Repubblica democratica tedesca. Il partito di estrema
destra AfD intanto ha pronto il motto: «Autunno caldo invece di piedi freddi.
Il nostro Paese prima di tutto». E non
è solo la Germania a marciare contro
la crisi energetica. A Praga, capitale
della Repubblica ceca, sono scesi in
piazza in 70mila nei giorni scorsi contro il governo mentre un’ondata di
scioperi ha colpito il Regno Unito per
tutta l’estate.
L’autunno si preannuncia complicato per il governo di Berlino. Il maxipacchetto di aiuti varato la scorsa domenica dai partiti della coalizione semaforo potrebbe non bastare per placare gli animi di famiglie e imprese
colpite duramente nei prossimi mesi
dall’impennata dei prezzi di gas ed
elettricità. Spd-Grünen-Fdp hanno
faticosamente raggiunto un accordo
su un terzo mix di aiuti da 65 miliardi,
più che raddoppiando i 30 miliardi di
sostegni elargiti finora quest’anno in
due pacchetti per alleggerire gli alti
costi energetici per famiglie e imprese. La coalizione semaforo nel 2022
sta contrastando il caro energia con
aiuti da 95 miliardi, 2,5 punti di Pil.
Il terzo pacchetto di sostegni, che
«non lascia nessuno da solo», prevede in un documento di 13 pagine un
ventaglio di misure tra tagli di tasse e
prezzi, sconti o sostegni per pagare bollette e affitti, prestiti a tassi agevolati, sussidi maggiorati in denaro per
pensionati, studenti, lavoratori autonomi e a basso reddito, Pmi.
Proprio le Pmi hanno protestato
ieri. Benjamin Schöfer, esponente
dell’associazione DMB Deutscher
Mittelstands-Bund, ha detto al Sole 24
Ore che le misure del terzo pacchetto
«quasi si dimenticano delle Pmi che
hanno un ruolo fondamentale nell’economia tedesca e sono esposte a
uno stress estremo a causa del caro
energia, dei problemi nelle catene di
approvvigionamento, della carenza
di manodopera specializzata». Secondo Schöfer, la riduzione dell’Iva
sul gas agevola i consumatori privati,
non le imprese. Molto più efficace è il
taglio delle tasse sul gas, che però non
c’è. «Non abbiamo bisogno dei prestiti agevolati, piuttosto dobbiamo pagare meno l’elettricità ma non è chiaro come e quando il freno sui prezzi
dell’energia sarà attuato, servirà un
accordo Ue ma senza certezze le imprese non possono pianificare gli investimenti per il futuro», ha sottolineato. In un sondaggio DMB, le Pmi al
73% soffrono per gli costi dell’energia,
al 10% temono la bancarotta.
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