La Bce pronta a un aumento dell’1,25% accelera la speculazione dei fondi contro l’euro
Per combattere l’i n f l azione la Bce si prepara a un
aumento dei tassi dell’1,25%
entro la fine dell’anno. Così
gli hedge fund preparano altre munizioni per scommettere contro l’eu ro.n Settembre si apre in rosso per i mercati. Come ricorda il Wall Street Journal, storicamente si tratta del peggior mese dell’anno. Tanto
che secondo lo Stock Trader's
Al m a n ac , riportato da Cnbc,
si può parlare di «effetto settembre», sui listini. E’il mese
in cui gli investitori alleggeriscono le partecipazioni di
rientro dalle ferie o in cui le
famiglie hanno più bisogno
di liquidità per le spese scolastiche. Il risultato è un calo
generalizzato dei prezzi.
Piazza Affari cede l’1,19%, Parigi l’1,48%, Francoforte
l’1,58%
Ma il vero allarme ora riguarda i titoli di Stato dove si
stanno vivendo momenti di
di grande tensione. Anche
più allarmanti di quanto accada sulle azioni considerando la vastità dei listini obbliga z io n a r i .
RENDIMENTI A 10 ANNI
Il rendimento del Treasury
Note a dieci anni si è portato
sui massimi degli ultimi due
mesi e mezzo a 3,26%. Il Bund
decennale è arrivato a 1,60%.
A marzo aveva ancora rendimenti negativi. Agosto è stato uno dei mesi peggiori degli
ultimi trent’anni e il peggio
potrebbe ancora venire. Ed è
anche per questo che lo
spread si muove poco. Ieri,
dopo una puntata a 242, è
tornato indietro a 237.
Il Btp è arrivato a 3,91% e nel
corso della seduta ha toccato
il picco del 4%. Nelle sale operative le preoccupazioni
stanno crescendo. Si parla
con molta insistenza di
u n’offensiva su larga scala da
parte degli hedge fund. Sul
piatto pare che ci siano 400
miliardi da scommettere
contro l’euro. Un’o p e ra z io n e
che servirebbe a mettere alla
prova le capacità di resistenza della Bce. Tanto più che,
storicamente, operazioni di
questo tipo si sono mostrate
sempre molto lucrose per la
s p e c u l a z io n e.
«Spread in salita e tasso Btp
che arriva al 4% non sono
fatti contingenti, ma i rendimenti possono salire ancora» dice Andrea Braglia, ceo
della Società di Consulenza
Finanziaria Indipendente
(Sfc) Aequilibrium, specializzata sugli investimenti alternativi. «Le banche centrali - aggiunge - in primis Bce e
Fed hanno dichiarato di dover alzare i tassi di interesse
molto di più di quello che era
originariamente previsto.
Per questo i titoli di stato europei, ma anche ad esempio
quelli americani, reagiscono
in maniera negativa aumentando gli spread».
La situazione rischia di peggiorare. «Non credo che il livello del 4% del Btp sia il rendimento massimo -aggiunge- Può salire ancora. Tanto
più che i tassi di interesse
dovranno essere rialzati più
di quanto sino ad ora comunicato o previsto. Di conseguenza il famoso trade dell’anno, ossia rimanere al ribasso sui governativi, è una
posizione ribassista che verrà mantenuta e darà profitti
e risultati», aggiunge Braglia
Lo scudo anti-spread della
Bce non esiste ancora mentre l’aumento dei tassi previsti in autunno potrebbero
avere conseguenze piuttosto
negative. Si parla di un doppio rialzo: una prima volta di
0,75% e poi 0,50%. In totale
1,25% che chiuderebbe per
sempre l’epoca dei tassi zero. (MAI DIRE MAI !)
A preoccupare i mercati soprattutto l'inflazione, unita
ai timori di una stretta più
forte sui tassi da parte della
Bce con l’Eurozona sull’o rl o
della recessione, anche per
via della spirale dei prezzi
del gas: i futures ad Amsterdam hanno concluso la seduta in rialzo del 5% a 252 euro.
«Settembre inizia così come
si è concluso agosto - spiegano gli analisti di Mps Capital
Services, nel daily market
strategy -, ovvero con un clima di avversione al rischio
complice una serie di dati
macro non particolarmente
p o s i t iv i » .
Inoltre il gioco delle aspettative si era già deteriorato
mercoledì dopo la pubblicazione dell’inflazione dell’area euro che aveva raggiunto
la soglia del 9,1%.
Alla lettura di questo dato si
sono «alzati in volo» i falchi
BCE Nagel e Holzmann ad invocare un intervento deciso
al prossimo meeting.
INCUBO ENERGIA
L'incubo energia, con la Russia in guerra contro l'Ucraina, incombe e fa dire a Fitch
Ratings in un nuovo rapporto che «la recessione nell’Eu -
rozona appare ora probabile
a causa dell’aggravarsi della
crisi del gas».
E il caso Italia ha un suo «spazio» nella analisi di Fitch.
« L’interruzione totale della
fornitura di gas russo all’Ue
sembra sempre più un’i p ote -
si ragionevole ai fini della costruzione di previsioni macroeconomiche per l’Eu rozona», spiega l’agenzia di rating.
«Secondo la nostra attuale
valutazione, il Pil dell’Eu ro -
zona subirebbe un calo di 1,5-
2 punti percentuali nel 2023,
in Germania di circa 3 punti e
in Italia di circa 2,5 punti ,
rispetto alle nostre previsioni «Global Economic Outlook» di giugno. Sarebbe
probabile una recessione
dell’Eurozona a partire dal
secondo semestre del 2022,
«con la Germania e l'Italia
che subirebbero un calo annuale del Pil nel 2023», spiega Fitch.
Da qui la provocazione di di
Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM che
propone interventi straordinari per rilanciare l’economia tedesca. «La Germania -
dice - potrebbe invece investire in infrastrutture pubbliche, su una scala che ricorda il Piano Marshall. In
particolare, gli investimenti
in infrastrutture energetiche, come il piano Next Generation EU che Berlino ha
sostenuto durante la pandemia, aumenterebbero la sicurezza del Paese, accelererebbero la transizione verde
e genererebbero ricadute positive sull’i n n ova z io n e » .
Data la forza dell’economia
tedesca, una spesa più elevata darebbe impulso all'intera
Unione. A sua volta, la profonda integrazione del Paese
darebbe benefici per tutti.
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