n Siccome l’embargo del petrolio russo non ha funzionato, il G7 ci riprova con il tetto al prezzo del greggio esportato da Mosca. Come in precedenza con le sanzioni economiche, prima fra tutte l’esclusione dal circuito delle transizioni finanziarie internazionali, questa sarebbe l’arma finale dell’Occidente contro Putin. Una mossa inaspettata, capace di imprimere una svolta al conflitto in Ucraina: o per lo meno questo è ciò che raccontano sui principali giornali. «Una misura del genere può realizzare uno strangolamento finanziario della Russia più efficace di qualsiasi altra sanzione» ha scritto sul C o r rie - re della Sera Federico Fubini, spiegando che la decisione produrrà effetti devastanti, più del tetto al prezzo del gas che la Ue auspica ma non si decide a imporre. Lo zar del Cremlino, a seguito del blocco delle quotazioni dei barili russi, vedrebbe infatti ridursi gli introiti con cui in questi mesi ha finanziato la sua macchina da guerra e alla fine sarebbe ricondotto a più miti consigli, costretto ad accettare una tregua, se non addirittura la re s a . Dal canto nostro, noi non siamo esperti di geopolitica come Fu bi n i , già noto per aver azzeccato le previsioni ai tempi del Conte uno, quando anticipò procedure d’infrazione europee che mai arrivarono. D’altro canto, non siamo neppure operatori sul mercato delle materie prime o strateghi di complesse operazioni finanziarie. Tuttavia, essendo semplici cronisti, siamo abituati a verificare ciò che viene dato per certo e, soprattutto, a non berci come acqua fresca qualsiasi assicurazione. Da quando le truppe di Mosca hanno sorpassato il confine dell’Ucraina e preso d’assalto Kiev, quasi nessuna delle promesse spacciate dai grandi della Terra è stata mantenuta. L’esclusione dal circuito Swift, come detto, non è servita a mettere con le spalle al muro Puti n e nemmeno l’e m ba rgo del petrolio ha raggiunto gli scopi che l’Occidente si era prefisso. Tralascio le previsioni che assicuravano il default russo in poche settimane, se non addirittura giorni, come ebbe a confidare sempre al Corriere della Sera Enrico Letta. I sequestri dei patrimoni degli oligarchi e il congelamento delle riserve di Mosca hanno prodotto gli stessi risultati di cui sopra, cioè niente o quasi, al punto che dopo oltre sei mesi di guerra nessuno sa prevedere quando finirà, mentre a tutti è chiaro che il conflitto stia facendo danni irreparabili alle economie occidentali, come mai era accaduto in precedenza. Tornando al tetto al petrolio, da giorni cerchiamo di capire che cosa accadrà qualora la Russia decida di non sottostare all’i mp o si z ion e del G7. Detto in altre parole, proviamo a immaginare le conseguenze nel caso in cui Puti n blocchi le esportazioni di greggio. Certo, l’economia russa ne risentirebbe e non poco, ma che accadrebbe sul mercato se mancassero i 10 milioni di barili al giorno che la Russia esporta? La risposta degli esperti (veri) non lascia dubbi. Il calo dell’offerta, in costanza di una domanda crescente intorno ai 100 milioni di barili, provocherebbe un aumento dei prezzi. Nessuno è in grado di definire con certezza di quanto aumenterebbero, ma si parla di 200, forse addirittura 300 dollari al barile, che se confrontati con le attuali quotazioni, intorno ai 90 dollari, sarebbero u n’ulteriore botta per le già fragili economie dei Paesi occidentali. Cioè, come con gli interventi sul prezzo del gas, si rischia uno sconquasso e anziché fermare Puti n il pericolo è fermare il Pil dell’Europa, provocando una grande recessione. Del resto, che all’i nte r n o dell’area euro si faccia poco affidamento su misure come il price cap energetico, lo dimostra un fatto, ossia che Germania e Francia, ossia la spina dorsale della Ue, stiano varando misure a sostegno di piccole e medie imprese, senza dimenticare le famiglie. In molti Paesi europei, di fronte al caro bollette e al pericolo di tensioni sociali (a Praga e in Germania protestano, in Gran Bretagna il movimento che invita a non pagare luce e gas si sta diffondendo) si stanno varando aiuti per decine e decine di miliardi. E in Italia? I consumatori possono stare tranquilli: il Pd ha deciso di scendere in piazza. Sarà forse Enrico Letta a pagare le bollette di pensionati e imprese? Oppure verrà il giorno che le piazze chiederanno conto di errorI e omissioni alla politica?
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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